E ora il viaggio si fa più interessante, forse pure più spinoso, di sicuro elettrizzante come pochi. Mehdi torna a casa. No, non in Marocco: lì magari ci passerà la prossima estate. Rientra in Italia, semmai: perché dopo aver vestito le maglie di Udinese e Roma, stavolta toccherà affrontare il mondo con la casacca della Juventus. Non una qualsiasi.
Così come non ‘qualsiasi’ è la storia di Benatia: difensore tremendamente bravo, abile nell’uno contro uno e sopraffino in anticipi e ripiegamenti. E perché no, di tanto in tanto qualche gol gli dà anche le luci della ribalta: anche se è lì dietro che sa dare il meglio. Insomma, uno dei ‘top’ assoluti. Di quelli che vanno in campo senza fronzoli e senz’ansia. Di quelli che servivano: perché di tanto in tanto si dimentica per la strada il talento lasciato da Martin Caceres. Praticamente insostituibile alla vigilia del mercato: poi l’impossibile ha preso le sembianze del marocchino. Nato e cresciuto in Francia, quindi con doppio passaporto: dopo i primi calci nella sua regione, è l’OM ad accorgersi di lui.
Tanta gavetta, “ma poca qualità”. Ecco: lo sostenevano gli scout. Mehdi, a soli 22 anni, si ritrovò con la paura di non farcela, complice un gravissimo infortunio al ginocchio destro. Giorni devastanti, di troppe preghiere e poco campo. La sensazione tremenda di aver gettato via l’occasione più grande della sua vita. Dopo i prestiti a Tours e Lorient, accetta la sfida del Clermont, club di Ligue2: sarà vincente. Da lì, escalation di sorrisi e prestazioni meravigliose: l’Udinese lo nota e lo porta in Italia, quindi arriva la Roma, e dopo appena un anno mostruoso c’è la firma col Bayern Monaco. “C’est la vie”, quant’è vero. Sua madre glielo ripeté spesso in quei mesi difficili.
Adesso arriva a rinforzare il reparto arretrato più forte al mondo, e lo farà senza paura. Anzi, soprattutto conscio di quanto può dare, sicuro della qualità e dell’aiuto enorme in una stagione che si preannuncia lunghissima. Lunga quasi quanto la corsa di Benatia: da emigrato a migrante, però verso grandi sogni. Li ha solo sfiorati lì in Baviera: ora è il momento di cogliere il mondo al volo. C’est la vie, del resto. Qualcosa deve per forza ritornare. Magari a mo’ di coppa, magari con due orecchie, magari intriso di inconfutabile realtà. Magari, Mehdi. Tu corri sempre, corri ancora.
CriCo