Le sue lacrime al termine di Germania-Italia hanno commosso tutti gli appassionati di calcio del mondo. Vedere un giocatore così esperto piangere al termine di una sconfitta è sicuramente un qualcosa di non comune, che conferme le doti umane e caratteriali di un portiere già diventato leggenda. Gianluigi Buffon è così: diretto, passionale, sincero. Noi siamo convinti che, dopo la batosta dell’eliminazione da Euro2016, sarà subito pronto a ripartire per inseguire altri successi sia con la Nazionale che con la Juventus, con la stessa grinta ed energia di sempre.
Gigi ha parlato in esclusiva alla rivista Undici, ecco quanto evidenziato da TuttoMercatoWeb:
IDOLI DA BAMBINO – “Ce ne sono stati molti, ma forse quello che mi ha colpito maggiormente e che ha fortemente influenzato la mia carriera è stato il portiere del Camerun nel Mondiale di Italia ’90: Thomas N’Kono. Come ho più volte raccontato è forse grazie a lui se sono diventato portiere”.
GIUDIZIO SULLA STAGIONE – “Io sono da sempre molto critico con me stesso. È innegabile che io abbia disputato un campionato buono, ricco di soddisfazioni e che passerà alla storia per una serie di record che siamo riusciti a tagliare sia insieme ai miei compagni: il record di imbattibilità, la striscia utile di risultati utili consecutivi, il quinto Scudetto. Insomma, direi che qualcosa di buono, tutti insieme, l’abbiamo fatto”.
PALLONE D’ORO – “È difficile dire che cosa avrei meritato di vincere e che non ho vinto. Io mi sento appagato ed estremamente soddisfatto di tutto ciò che ho ottenuto in carriera ma ho ancora voglia di conquistare tutte le competizioni alle quali partecipo. Guardarsi troppo indietro non è mai stata una mia caratteristica. Andiamo avanti, passo dopo passo”.
ERRORI PASSATI – “Gli errori fanno parte del mestiere e credo siano da mettere in conto per chiunque. Se penso a un ambito personale da migliorare mi viene in mente la reazione al pareggio con il Bayern che è stato vissuto con troppo pessimismo: in futuro cercherò di essere ancora più equilibrato e razionale nell’affrontare i nodi più delicati della stagione”.
LA MIGLIORE PARATA – “Per fortuna ce ne sono tante che mi ricordo sempre con grande affetto e orgoglio. Ne scelgo sempre tre: Italia-Paraguay a Parma, avevo 19 anni. Parma-Inter su Recoba nel 2000 e quella su Zidane nella finale mondiale del 2006”.
L’EVOLUZIONE DI GIGI – “Invecchiando si migliora soprattutto negli allenamenti e nella concentrazione con cui li si esegue. Il tempo ti fa acquisire anche più consapevolezza della loro importanza e di quanto questi migliorino poi la qualità della prestazione. Diciamo che l’età aiuta molto. A 38 anni mi rendo conto di vivere e osservare il mondo in maniera sensibilmente diversa da quanto non facessi da ragazzo. E questo credo sia più che normale. Credo appartenga alla naturale evoluzione delle persone. Ed è ancora più affascinante pensare di essere il capitano di uno spogliatoio decisamente più giovane”.
COSA MIGLIORARE – “Certamente. C’è sempre qualcosa da migliorare: la concentrazione, la forza d’animo, l’abnegazione in allenamento. In una parola, la professionalità. Non credo che un professionista possa dire di non poter più migliorare”.
SMETTO A 40 ANNI, MA DOPO… – “Al ‘dopo’ mancano ancora due anni di attività che dovranno essere vissuti con il massimo della concentrazione perché ogni anno sarà sempre più difficile vincere, perché ogni anno le concorrenti migliorano. In Italia e in Europa. Sul futuro non ho ancora progetti concreti e credo ci sia il tempo per valutare quali potranno essere le strade migliori da percorrere”.
IL CAPITANO DELLA JUVENTUS – “Significa rappresentare e raccontare uno stile, un ambiente, un gruppo. Significa dimostrare con il proprio esempio quotidiano cosa significa essere consapevoli del valore di una maglia e dell’importanza che questa rappresenta per milioni di tifosi. Quando diventi capitano di una squadra vuol dire che è passato un po’ di tempo. Io non posso che essere felice di poter essere un uomo importante per questa squadra e per questa società. E sono ancora più felice del fatto che I tifosi della Juve siano orgogliosi che io li rappresenti”.
IL CAPITANO DELLA NAZIONALE – “Il principio è davvero molto simile. Oserei dire identico. La Juventus è uno tra i club più importanti al mondo e certamente il più amato in Italia. La Nazionale è una dimensione ancora diversa. Rappresentare la propria nazione e avere la fortuna di farlo nel mondo è un privilegio”.
OBIETTIVI – “Buffon ha tanti obiettivi. Personali e sportivi. Dal punto di vista sportivo punto a giocare il Mondiale 2018 in Russia e a continuare a fare bene in Italia e in Europa con la Juventus”.