A testa alta. Fa male, ma è orgoglio azzurro

È andata come previsto. La Germania avanza e l’Italia lascia l’Europeo, arrendendosi ai campioni del mondo in carica, squadra tecnicamente di tutt’altro livello rispetto alla compagine azzurra. In verità, però, solo l’esito rispetta i pronostici. Quasi nessuno, infatti, aveva pronosticato il sudore che i tedeschi avrebbero dovuto versare per avere la meglio su Bonucci e compagni. Soprattutto, non l’avevano pronosticato loro.

Perdere fa male, non esistono scuse e non c’è modo di addolcire la pillola. La sconfitta brucia sempre, ma l’Italia lascia Bordeaux a testa altissima. Gli Uomini (maiuscolo non casuale) di Conte hanno combattuto fino all’ultimo istante, fino all’ultimo rigore, aggrappati all’ultimo brandello di speranza.  Lucidamente, c’è solo da applaudire. Ma forse per la lucidità ci sarà spazio domani, perché adesso brucia ancora.Conte

Una parola la meritano i tedeschi, che affrontavano la partita con una boria senza precedenti. Complimenti, perché in fondo la vittoria è meritata, ma anche una delle peggiori nazionali degli ultimi anni ha fatto tremare le gambe a quella che è senza dubbio una delle migliori selezioni mai schierate dai tedeschi. La prova che, in fondo, basta essere italiani per avere quel qualcosa in più che calcisticamente parlando si può chiamare cuore, o, più evocativamente, palle.

Un grandissimo grazie, infine, ad Antonio Conte e a questa Italia. Ha unificato di nuovo il Paese, ha permesso a tutti di identificarsi nuovamente nell’azzurro e credere in un sogno; ha sfiorato il miracolo. E il merito va dato a un tecnico incredibile, capace di imbrigliare anche un maestro come Loew, capace di far giocare tutti i suoi ragazzi oltre il 200%. Quasi capace di un autentico miracolo. È sfuggito all’ultimo, sotto il corpo di Buffon, in un epilogo amaro, ma nemmeno l’amarezza della sconfitta cancella la bontà del lavoro svolto. Oggi si può essere fieri di essere italiani. Grazie, mamme.

Edoardo Siddi

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