Gridatelo forte, ora: l’Italia ha fatto inginocchiare la Spagna. La Spagna dei fenomeni, del tiki-taka – a proposito, polverizzato – e sì, perché no, di Morata. Gridatelo forte, perché è grande il cuore di questi ragazzi: hanno corso dal primo all’ultimo minuto, cercando fino in fondo ai polmoni il fiato per sognare. Quell’ultimo, dannato atomo d’ossigeno, che poi quel cuore – enorme, immenso – ha trasformato, moltiplicato, ingigantito.
È questione di sensazioni, emozioni: questa Nazionale non è una squadra, una selezione come le altre. Tutti ci mettono tutto, fino allo sfinimento, fino a che le gambe non rispondono più alla testa, ma solo all’anima. Che gli dice di non mollare, stringere i denti, scappare per cercare di non svegliarsi. Come quando la mattina suona la tua condanna giornaliera e tu proprio non ne vuoi sapere di smettere di sognare. Perché quest’Italia è un sogno, fatto di lavoro, tanto. E di uomini, uomini veri, tanti: dal carisma di Buffon alle favola di Giaccherini, passando per le palle di Bonucci e i polmoni di ognuno, davvero.
Conte ci ha creduto, in questo gruppo: l’ha plasmato, quindi difeso, ora coccolato. Senza perdere la cattiveria e la grinta, no: quella servirà per regalarci un’altra notte magica. Contro la Germania, i campioni del Mondo, che poi sono campioni di tutto. Che poi sono grandi, grossi, cattivi e dannatamente forti. Ma che non possono far paura: non fa paura nessuno, da stasera. Non saremmo i più tecnici, non saremmo i più famosi e i più belli: siamo quelli che ci credono di più. Siamo italiani.