Quella del 24 giugno 2016 è una data destinata a rimanere nella storia politica del Vecchio Continente: la Gran Bretagna esce dall’Unione Europea. I problemi della vittoria, però, per dirla alla Churchill, potrebbero essere questa volta più amari di quelli della sconfitta per chi si troverà a prendere in mano le redini del paese, e il tutto, come sempre, avrà delle influenze anche sul mondo del calcio. Di questo, senza ovviamente dimenticare poi le analisi in a tinte bianconere, abbiamo parlato con Luca Marotta, che ha gentilmente concesso un’intervista in esclusiva a SpazioJ.
– Nel medio termine, con l’uscita della Gran Bretagna dall’Europa, gli economisti hanno previsto un periodo di seria crisi economica per l’economia UK. Quali ripercussioni può avere tutto ciò sul movimento calcistico inglese, una delle poche macchine perfette – o quasi – di questo sport?
In genere, per chi opera nel settore dello sport e spettacolo, la crisi economica produce i suoi effetti in modo diretto sotto forma di riduzione di introiti pubblicitari e di ticketing. Ovviamente, in modo indiretto, anche i ricavi televisivi potrebbero registrare un decremento; perché la TV che vive di pubblicità e abbonamenti potrebbe risentire degli effetti di una crisi economica sotto forma di riduzione degli incassi pubblicitari e sotto forma di riduzione degli abbonamenti, a causa della riduzione del potere di acquisto delle famiglie che preferiscono far fronte alle esigenze primarie. La principale fonte di ricavo per i club della Premier League è rappresentata dai proventi per la cessione dei diritti TV. Durante la stagione sportiva 2014/15 i club della Premier League per i diritti TV, comprensivi dei ricavi da competizione europee, hanno percepito circa 1,77 miliardi di sterline, che rappresentano il 53,1% del fatturato netto. Per il triennio fino al 2019 i diritti di Premier League, per il solo territorio nazionale, sono stati venduti complessivamente per 5,136 miliardi di sterline. Pertanto, gli effetti di un’eventuale crisi economica, almeno per i diritti TV, potrebbero manifestarsi dopo il 2019. Considerato che anche i contratti di sponsorizzazioni hanno durata pluriennale, gli effetti di un’eventuale crisi economica potrebbe manifestarsi successivamente alla scadenza degli stessi. Nell’immediato, se la crisi economica si manifestasse repentinamente, in un ipotetico scenario di aumento della disoccupazione e della riduzione del potere di acquisto, potrebbero soffrire i ricavi da match-day, che nel 2014/15 rappresentavano il 17,4% del fatturato netto, e i ricavi da merchandising.
– Visto il crollo della moneta inglese, quali saranno le principali ripercussioni riguardanti il calciomercato e, soprattutto, gli incassi provenienti dai diritti TV? I 3,6 miliardi di euro annui per il triennio 2016-19 potrebbero valere molto meno…
I calciatori che vengono venduti in Euro saranno pagati ad un cambio sfavorevole ai club inglesi, che se investono prevalentemente nell’area Euro, si vedrebbero di colpo ridurre le risorse a disposizione da impiegare negli investimenti. Ad esempio un club della Premier League che volesse acquistare un calciatore di un campionato dell’Area Euro che abbia un valore di 100 milioni di Euro; in data 23 giugno 2016, lo avrebbe acquistato spendendo 76.218.000 di sterline inglesi; mentre, il 25 giugno 2016 avrebbe speso 81.316.000 di sterline inglesi. Pertanto, uno scenario di svalutazione della sterlina inglese ridurrebbe il potere d’acquisto dei club della Premier League sul calciomercato internazionale. Anche se bisogna evidenziare che occorrerebbe un forte crollo della sterlina per mettere in serie difficoltà i club della Premier League.
– Con la conversione euro-sterlina, i club inglesi potrebbero essere doppiamente danneggiati: i tesserati potrebbero richiedere un ingaggio nettamente superiore e anche i pagamenti, sia dei futuri trasferimenti sia quelli ancora in corso, potrebbero causare perdite ai club britannici. Una possibile “penalizzazione” dal punto di vista economico per i club inglesi può ripercuotersi anche sul resto del calcio europeo?
Potrebbero soffrire soprattutto i club che gestiscono il loro business basandosi solo sul Player Trading, con la vendita di calciatori, principalmente a club inglesi, ovviamente nell’ipotesi in cui i club inglesi, decidessero di non investire più nell’acquisto di calciatori stranieri.
– Spostiamoci adesso in Italia: la Juventus ha acquistato Pjanic e Dani Alves, mentre è stata costretta a rinunciare a Morata per via della clausola che ha permesso al Real Madrid di riportare Alvaro in Spagna per 30 milioni. Che effetti hanno avuto queste operazioni a livello di bilancio? Da un punto di vista economico, come crede possa evolversi a questo punto la campagna acquisti della Juventus?
Per quanto riguarda Miralem Pianjc nel comunicato è scritto: “Gli effetti economici e patrimoniali di tale acquisizione avranno effetto a decorrere dalla stagione sportiva 2016/2017.” Pertanto, l’ammortamento annuo di Euro 6,4 milioni e l’ingaggio che potrebbe essere pari a 4,5 milioni netti, eserciteranno i loro effetti sul bilancio 2016/17. Dani Alves peserà per l’ingaggio sul bilancio 2016/17 e non è da escludere che vengano capitalizzati i costi mediazione, come fu fatto per Llorente. In tal caso bisognerà considerare anche l’ammortamento di tali costi. Per quanto riguarda Morata a fronte dell’esercizio del diritto di riacquisto da parte del Real Madrid per 30 milioni di Euro, la Juventus avrebbe realizzato una plusvalenza di 18 milioni. Per quanto riguarda la competenza di bilancio, occorre dire che il Real Madrid ha manifestato pubblicamente la volontà di esercitare il suo diritto mediante un comunicato ufficiale in data 21 giugno 2016. Mentre, ad oggi la Juventus non ha ancora comunicato la cessione del calciatore indicando la relativa competenza economica. La campagna acquisti dovrà considerare le esigenze tecnico-tattiche dell’allenatore; inoltre ci sono delle esigenze per quanto riguarda anche la composizione specifica della rosa in chiave Champions League.
– Sul fronte uscite, i bianconeri puntano
Considerando l’ingaggio (fonte La Gazzetta dello Sport) e l’ammortamento, il calciatore che incide maggiormente sui costi è Hernanes con circa 9,8 milioni, seguito da Asamoah con 6,2 milioni, Isla con 6,1 milioni e Pereyra con 5,8 milioni di Euro. La cessione di tali calciatori libererebbe risorse annuali per 28 milioni di Euro. Tuttavia, bisogna tener presente che il loro valore residuo contabile è di circa 28,7 milioni e se fossero ceduti ad un prezzo inferiore si determinerebbe una conseguente minusvalenza.
Intervista a cura di Corrado Parlati
This post was last modified on 26 Giugno 2016 - 11:50