La Juventus della finale di Berlino è una Juve che ci ha fatto fremere, sognare e inorgoglire. Una squadra che adesso non c’è più, anche se non è detto che sia davvero un male. Pezzo dopo pezzo molti organi della prima creatura di Allegri sono stati asportati: prima Pirlo, Vidal e Tevez, adesso Alvaro Morata, l’uomo delle notti magiche, per tanti vero emblema della Juventus che fu.
COS’È CAMBIATO – Ma come è cambiata la Juventus da un anno a questa parte? L’uscita agli ottavi di finale con il Bayern Monaco, paradossalmente, ha donato ai bianconeri maggiore consapevolezza nei propri mezzi rispetto alla finalissima persa con il Barcellona. Probabilmente con i bavaresi si è visto un primo canovaccio della Juventus su cui lavorerà il mister per la prossima stagione: una squadra meno attendista, che non ha paura di giocare a viso aperto con nessuno. Per questo verrà privilegiata in sede di mercato la tecnica, peculiarità necessaria per comandare le partite. E gli acquisti di Pjanić e Dani Alves vanno visti proprio in questa ottica.
SPAZIO ALLA TECNICA – Pjanic è il meglio che ci possa essere in questo momento, almeno in Italia: grande tecnica, proprietà di palleggio, ottima progressione palla al piede, senso del gol e dell’assist. L’identikit perfetto del centrocampista “tecnico” richiesto da Allegri e che aggiunge maggiore creatività a un reparto davvero ben assortito ma privo di quel pizzico di fantasia, aggiuntasi con l’innesto del bosniaco.
Dani Alves invece è un acquisto che vale doppio, per il valore indiscutibile del calciatore e per la ricca bacheca, condita inoltre da tre Champions League, più di quelle vinte dalla Juventus in tutta la sua storia. Un dettaglio da non trascurare per un club che è stato – verrebbe da dire ironicamente – quasi esecrato dalla vittoria di questa competizione. E poi il brasiliano garantisce sicuramente maggiore spinta e brillantezza offensiva rispetto allo spremuto Lichtsteiner, a dispetto dell’età anagrafica, che recita 33 anni.
IL PUNTO CHIAVE DEL MERCATO – E per i cultori del calciomercato il meglio deve ancora venire. Per far sì che il mercato juventino sia da 8 pieno la vera difficoltà per Marotta e Paratici sarà, infatti, quella di sostituire il buon Morata, rimpatriato ufficialmente alla Casa Blanca. In queste ore il toto-nomi sta impazzando: da Lukaku, a Batshuayi, fino ad arrivare al clamoroso ritorno di Ciro Immobile. Tutti profili giovani e interessanti, ma che difficilmente riuscirebbero a migliorare l’attuale organico e a scalzare nelle gerarchie Mario Mandzukic, già un osso duro per lo stesso Morata, messo in panchina per far spazio al generoso attaccante croato. Per sostituire il madridista si potrebbe lanciare una provocazione: Mauro Icardi. Certo, un obiettivo irrealizzabile per l’elevato valore di mercato e per la maglia che indossa. Ma in questo momento in giro si faticano a scovare alternative migliori; forse tra i nomi alla “portata” ci sarebbe solo Alexis Sanchez dell’Arsenal, il quale però si calpesterebbe i piedi con Dybala.
In conclusione, con l’avvento di Allegri in panchina abbiamo assistito ad un cambiamento radicale della Vecchia Signora. Dalla furia agonistica di Conte si è passati a un undici in campo molto più meditativo e maturo. Ora, con gli arrivi di quest’estate, è lecito aspettarsi il passaggio allo step successivo: vale a dire il salto di qualità dal punto di vista del gioco e, perché no, il ripristino del 4-3-1-2 tanto caro al tecnico toscano.
Salvatore Ergoli