Al momento è impegnato con la nazionale spagnola, ma Alvaro Morata è anche al centro di un vero e proprio intrigo di mercato tra Real, Juventus e Premier League. Quest’oggi l’attaccante bianconero è stato intervistato dai microfoni di “L’Equipe“: “Quando la Spagna ha vinto l’Europeo del 2008 ero al mare con amici a Marbella, in vacanza, abbiamo fatto una gran bella festa. Mi sono buttato dentro una fontana con degli amici, era un sogno. All’epoca mi avevano regalato una maglia della Spagna, mi dicevano, un giorno la indosserai. Quando sono tornato a casa ho trovato una bandiera nella valigia che porto sempre nei match importanti. Io non la porto con me, ma la mia famiglia la porta allo stadio al posto mio”.
“Bisogna sempre credere nelle proprie doti”, ha proseguito Morata. “Quando sono arrivato in Nazionale, ero abituato alla Juventus dove l’erba è molto alta, la palla non scorre velocemente, all’inizio ero nervoso, avevo difficoltà a toccare il pallone con Iniesta, Fabregas, Mata. La squadra è completa anche se ci vuole tempo per ottenere vittorie da una squadra giovane. Ci sono cinque o sei giocatori come De Gea, Carvajal, Koke, Thiago, Bartra che ci conosciamo alla perfezione. Il mio sogno è di vincere questa competizione e di fare il gol decisivo”.
E svela il suo sogno: “Mi piacerebbe fare trenta gol a stagione, ma se posso farne quattordici o quindici e vincere tutto, allora non mi lamento. Ho fatto gol importanti come nella finale con il Milan di Coppa Italia, un altro con il Bayern quando non eravamo ancora eliminati, gol che mi è stato annullato. Posso dire che nei momenti importanti si può contare su di me. Ci sono calciatori che hanno segnato di più di me, che hanno avuto più continuità ma io ho giocato molte gare importanti in questi ultimi anni e credo di aver mostrato il mio carattere. In Champions ho fatto sette gol in due anni, tutti importanti, segnare 18 gol in Italia non è come in Spagna“.
Morata chiude svelando una chiacchierata con Evra: “Quando siamo partiti per le Nazionali mi ha augurato buona fortuna, ma anche di non incontrarci perchè ti elimineremo. Gli ho risposto che non sarebbe stato facile”.
Michele Ranieri