Ci sono storie nate per caso. Storie di passione, perseveranza e di sogni in quei cassetti che fanno fatica a chiudersi. Storie che, se sono così belle da scrivere, chissà come sarà stato viverle. Perchè poi ognuno ci trova dentro una parte di sè in questi racconti che fanno ancora sognare, che prendono chimere e le rendono obiettivi concreti.
Oggi vogliamo raccontarvi una di queste storie, quella di Leonardo Bonucci, il difensore della Juventus che è diventato grande grazie alla sua tenacia.
Leonardo nasce il 1° maggio, a Viterbo, in quartiere medievale chiamato Pianoscarano. E questo doveva essere un segnale: crescere in un quartiere medievale, tirare i primi calci al pallone con gli amici, doveva fargli capire che sarebbe diventato un cavaliere, il cavaliere di una Vecchia Signora che non tradisce mai. Ma mamma Dorita, papà Claudio e Riccardo lo avevano capito, il piccolo Leo, già a quei tempi, aveva un unico grande amore: il calcio. Così diventò un Pulcino, poi un Esordiente e un Giovanissimo, con un ruolo ancora poco definito: centrale di centrocampo, esterno, ma diventare un difensore di questo calibro non era nei suoi piani. E la Viterbese che continuava a viverlo, gli allenamenti che diventavano sempre più duri e passavano le settimane, i mesi, gli anni. Nel 2004 uno degli incontri più importanti della sua vita: Carlo Perrone, il Mister che trasformò Bonucci in un difensore centrale.
E, da lì, la svolta: la prima panchina in serie C e il provino da cui è iniziato tutto, quello con l’Inter. Un provino che andrà alla grande, tanto che, tempo qualche mese e Leonardo sarà un tesserato nerazzurro. E arrivano pure le prime vittorie: la Coppa Italia e il campionato Primavera, poi le panchine con la prima squadra e, finalmente, l’esordio in Serie A. Era il 14 maggio 2006, Cagliari-Inter 2-2 e Mancini che fa entrare Bonucci al 90°. Il battesimo era avvenuto e, negli anni successivi, arrivarono pure le prime esperienze di ruolo. Il Treviso, poi il Pisa, dove il difensore collezionò 18 presenze ed un gol. Nel 2009, altro giro, altro cambio: Leo passa al Genoa nell’ambito dell’affare Thiago Motta-Milito e, successivamente, viene girato in comproprietà al Bari. E qui arriva la seconda conoscenza più importante della sua carriera, quella di Giampiero Ventura, Mister che vede subito nel difensore viterbese le qualità per l’exploit e gli dona fiducia. Anni d’oro, che portano Bonucci alle prime convocazioni in Nazionale.
This post was last modified on 15 Giugno 2016 - 14:14