Paulo Dybala è tornato in Argentina per godersi le meritate vacanze dopo una stagione magnifica alla Juventus, caratterizzata dalla conquista di tre trofei: Supercoppa Italiana, campionato e Coppa Italia. Coccolato dalla sua città natale, ha parlato ai ragazzi del College of Journalism:
“Ho imparato tutto dalla mia famiglia, anche con uno schiaffo in più. Ho sempre tenuto i piedi per terra, grazie ai miei cari, quando sono andato all’Instituto e poi a Palermo. Ora che sono alla Juve, se voglio crescere, non devo pensare di essere superiore agli altri. Mai ho creduto di essere più di quello che sono”.
Un pensiero va anche al Palermo, squadra che gli ha consentito di mettersi in mostra: “Sono andato a Palermo prima di un grande club in Italia e questo mi ha aiutato molto a giocare con calma. È difficile per un ragazzo di 17 o 18 anni. L’esperienza mi è servita molto. E la vita quotidiana è dispendiosa. Ci alleniamo al mattino. Restiamo a pranzo e poi si torna a casa. Non mi piace andare fuori, anche perché sono stanco. La mia ragazza e mia mamma? Si lamentano che sono molto pantofolaio. Ma mi sento molto stanco”.
Chiude con una battuta sull’esclusione ai Giochi olimpici da parte della Juventus: “Non dipende da me. La Juve ha detto di no ma c’è ancora tempo. Mi dicono che sono nato con il dono del calcio, però alle spalle c’è un grande lavoro. Altrimenti, non sarei dove sono. Ho fatto molti sacrifici”.
Michele Ranieri
This post was last modified on 10 Giugno 2016 - 22:23