Il ricordo. Era Febbraio del 2014 e nella mixed zone dello Juventus Stadium incrociai Giampiero Ventura per commentare un derby deciso da una perla di rara bellezza di Carlitos Tevez. Gol che mantenne la Juve al comando della classifica nonostante il Toro l’avesse messa in difficoltà nel finale, in cui ci fu anche un contatto dubbio in area bianconera. L’allenatore granata però non venne a parlare di torti arbitrali, ma ad elogiare il calcio propositivo che il Toro aveva messo in mostra nel fortino bianconero dove tutte le grandi avevano subito una pesante sconfitta. Fu proprio mia l’ultima domanda di quella bella intervista e scelsi di parlare di Cerci e Immobile che rendevano spumeggiante quel Toro, con la curiosità di capire se la sua coppia d’attacco potesse essere trasferita in nazionale. Il tecnico granata rispose con una battuta: “Fatemi fare il CT della nazionale e vedrete… ma stavo solo scherzando se qualcuno mi prende sul serio lo denuncio”. Io lo scrissi però (cfr Spazioj 24/2/2014), ma l’idea che Ventura potesse davvero sedersi a distanza di due anni e mezzo sulla panchina della nazionale maggiore, succedendo proprio al suo avversario di quella sera, non mi sembrava davvero realizzabile.
Pro e contro. Sicuramente l’uomo è di grande equilibrio, non ama le luci della ribalta, è abituato a gestire uomini e conflitti dall’alto di una lunga esperienza che viene, come si usa dire, dalla gavetta. Allena da 30 anni e alle sue squadre ha sempre fatto giocare un buon calcio con una mentalità offensiva e gioco piacevole e veloce. il Bari della fine del decennio scorso da poco rientrato in A, ma più ancora gli ultimi 5 anni al Torino hanno finalmente portato con continuità Ventura sul palcoscenico del campionato maggiore mostrando chiaramente la qualità del prodotto dell’allenatore genovese. Aver guidato squadre di seconda fascia, ma riportando spesso risultati importanti (7 promozioni in carriera), potrebbe tornare molto utile alla nazionale azzurra in questo periodo in cui oggettivamente la qualità della selezione non è eccelsa.
Bisognerà vedere se saranno sufficienti i due anni che lo separano dal mondiale per dare la sua impronta alla squadra a caccia della qualificazione per la Russia. Il calcio di Ventura, tra l’altro, dovrebbe risentire meno di quello di Conte delle lunghe pause in cui i calciatori tornano dai loro coach a praticare un gioco diverso. Il limite potrebbe essere quello dell’esperienza a livello internazionale dove il nostro C.T. sarà di fatto un neofita. Da juventini, certo richiederà un piccolo sacrificio l’idea di abituarsi a tifare per l’ex allenatore del Torino; ma la classe dell’uomo lo merita il sacrificio. Così scherzando, scherzando Ventura sulla panchina azzurra ci è arrivato. E io mi evito la denuncia.
Salvatore Arpaia
This post was last modified on 8 Giugno 2016 - 09:16