E’ doveroso riconoscere al Milan l’aver fatto almeno tre grandi partite, quest’anno: a Torino contro la Juve, a Milano contro la Juve, a Roma contro la Juve. Se, in riferimento all’ultima, ci aggiungiamo l’importanza della partita, l’assenza simultanea di Khedira, Marchisio e Bonucci (mai successo quest’anno) e la spina ormai palesemente “staccata” da parte dei bianconeri, si ottiene il cocktail che ha portato alla gara vista questa sera. Primo tempo quasi dominato da parte dei rossoneri, una restante parte di match appena sufficiente: ma i cambi hanno fatto tutto, perché Alex Sandro, Cuadrado e Morata hanno cambiato volto alla gara.
Allegri ha impostato la gara basandosi sull’assenza di Bonucci, vero regista della Juventus: in sua mancanza, la presenza contemporanea di Hernanes e Lemina avrebbe dovuto garantire sia palleggio che schermatura davanti alla difesa. Brocchi invece ha replicato con uno spregiudicato 4-3-3, tipico di chi non ha niente da perdere: pressing alto, continui scambi di posizione tra mezz’ali ed attaccanti esterni, terzini altissimi. Bonaventura e Kucka da un lato, Honda e Poli dall’altro “riempivano” a turno l’area di rigore juventina, risucchiando l’esterno opposto (Evra o Lichtsteiner) e costringendo Pogba e Lemina e rinculare.
Di qui le enormi difficoltà della Juventus nel primo tempo, assolutamente incapace di alzare il baricentro e di conseguenza sempre in inferiorità numerica a centrocampo, complice anche la catastrofica prova di Hernanes. De Sciglio e Calabria hanno spesso accompagnato l’azione, mentre per quasi tutto il primo tempo Dybala non è riuscito a farsi trovare smarcato tra le linee. A ciò si aggiunga che il pressing bianconero non era organizzato come al solito, perché al lavoro in pressione dei due attaccanti non corrispondeva la rapidità di difensori e centrocampisti nello scalare in avanti.
Naturalmente nel secondo tempo le cose sono cambiate: sia perché il Milan non è riuscito a portare la stessa pressione, sia perché l’ingresso di Cuadrado ed Alex Sandro ha costretto a più miti consigli De Sciglio e Calabria. Il passaggio del Milan al 4-2-3-1 ha rappresentato la svolta, perché Allegri ha schierato una sorta di 4-4-2 con Cuadrado e Morata larghissimi, per “entrare” negli spazi alle spalle di Montolivo e Kucka. Ed alla fine, il gol è arrivato proprio grazie ai due neo-entrati: un caso? Chi ci crede, ha molta, molta fantasia.
Gennaro Acunzo
This post was last modified on 22 Maggio 2016 - 11:27