Scudetto in archivio, ma finale di Coppa Italia da conquistare. E un Europeo da vivere da protagonista, per l’ennesima volta: Gigi Buffon si è raccontato a ‘Tiki Taka’, su Italia 1, e SpazioJ ha seguito l’intervento del portierone bianconero, che ha parlato di presente e futuro; dal campionato appena vinto al sogno Champions, passando per i progetti dopo il calcio e la paura del terrorismo.
SU TONI – “Con lui (ospite in studio, ndr) ci rido spesso, perché gli ricordavo le nostre partite nelle giovanli, quando ci incontravamo: io nel Parma e lui nel Modena. A ogni vigilia, quando dovevo affrontare il Modena, mi dicevo: «Chissà se ci sarà quel pennellone… speriamo di sì, così passo delle belle domeniche, sereno». Luca era molto alto, un po’ sgraziato e non avrei mai pensato potesse fare questa carriera. Quando mi ha fatto doppietta in Parma-Vicenza, in A, ho detto: «Questo è il castigio divino»“.
LE PARATE PIÙ BELLE – “Riguardo poco e malvolentieri immagini vecchie, perché sono proiettato sul presente e sul futuro, sapendo che sarà breve. Non voglio perdere tempo a pensare a ciò che è stato, ma voglio costruire ciò che sarà”.
UNO SCUDETTO… – “È stato lo Scudetto che ha mostrato le nostre vere qualità, perché mai come quest’anno c’è stato bisogno di una squadra con peculiarità precise: voglia di sorprendere, di non accettare un destino che sembrava segnato e che poteva far pure parte di una normale annata di transizione, avendo cambiato dieci giocatori, tre dei quali determinanti per qualità tecniche e morali”.
RECORD DI IMBATTIBILITÀ – “Per me non aggiunge niente. Non è cambiato niente e non è aumentato nulla, per quel che riguarda orgoglio e soddisfazione personale, ma sono contento di averlo condiviso con la squadra. Perché c’è scritto Buffon, ma si legge Barzagli, Chiellini, Bonucci e tutti gli altri”.
LA SVOLTA? – “La stagione non è cambiata col Sassuolo, ma ci vogliono tantissimi ingredenti per farlo e non solo parole. Servono uomini che abbiano voglia di recipirle”.
INIZIO DA INCUBO… – “L’inizio è stato da ultima della classe e, quindi, ci facevano paura Carpi, Frosinone e Verone. La molla è stata quella: capire che sarebbe stato da presuntuosi pensare a Inter, Roma e Napoli quando la realtà diceva altro. Ci dovevamo sporcare le mani e andare fino in fondo a questio secchio di fango, per reagire e tornare alle nostre zone di competenza”.
GOL DECISIVO – “Col Napoli eravamo dietro di due punti e anse se fossimo rimasti sotto, vedendo calendario e abitudine a gestire la tensione, non sarebbe cambiato molto. Se avessimo perso, saremmo scesi a meno cinque e, a quel punto, avremmo fatto fatica a recuperare”.
EUROPA – “Ci siamo andati più vicini quest’anno che l’anno scorso: se avessimo superato il Bayern, lo scoglio principale sarebbe rimasto il Barcellona; con le altre ce la saremmo giocata alla pari, se non da favoriti. È stata una bella occasione…”.
UNO SCAMBIO… – “Quanti Scudetti per una Champions? Zero. Se ne ho festaggiati nove e vinto zero Champions, significa che ho dato per arrivare a questi obiettivi. Mi auguro però di avere ancora due anni di carriera a ottimi livelli e mi focalizzerò su questa coppa sperando di alzarla. La Champions però non è un’ossessione, ma una bellissima avventura che mi dà grande entusiasmo”.
TOTTI IN NAZIONALE – “Sono stato estrapolate mie parole da una risposta data a un bimbo, con accento romano, che mi chiedeva cosa pensassi del suo Capitano. Confermo quanto detto, però: un giocatore con le sue qualità, un fenomeno come lui, non si vedrà tante volte. Da lì alla convocazione, poi, i giornali ci hanno marciato”.
ALLEGRI E CONTE – “Allegri mi ha colpito per il cambiamento avuto quest’anno, l’impatto sullo spogliatoio da inizio novembre in poi. Se abbiamo fatto questa grande rimonta, è dovuto al fatto che ha stravolto il suo modo di gestire lo spogliatoio”.
MILAN E INTER – “Non rosichi da sesto o settimo: la distanza è troppa, capisce che le problematiche sono troppo grosse”.
PAURA DEL MILAN? – “Io, no. Ma giocherà Neto e dovrò essere di supporto a lui e ai miei compagni. A parte gli scherzi, temo il Milan: a San Siro, dove abbiamo vinto, ha dimostrato che può mettere in difficoltà chiunque. Ha una rosa di 13-15 giocatori che vanno dal primo al terzo-quarto posto”.
POGBA – “Paul è un avatar prestato al nostro campionato. Ha uno strapotere tecnico, fisico e di personalità che ho visto in pochi”.
L’ADDIO DI ABBIATI – “Il premio meritato per un campionato che ha vinto tantissimo. E in Europa pure più di me, anche da protagonista. Quando arrivammo in finale, a Manchester, fu eccezionale in semifinale”.
UN AGGETTIVO PER… – “Bonucci? Il più grande regista difensivo in circolazione. Barzagli? Eroe pagano dello Stadium. Chiellini? Il nostro frustatore. Pjanic? Avversario di grandissimo valore, uno dei più grandi talenti in Italia”.
LAZIO – “Penso che quello dell’anno scorso sia stato un campionato eccezionale: un ottavo posto ci può stare per ripartire”.
DOPO IL RITIRO – “Farò ciò che mi stimolerà di più, dovrò migliorare come persona e professionista, senza fretta. Ma il mondo del calcio è quello che conosco meglio. Allenatore? Troppo dispendioso dal punto di vista mentale… ho dato abbastanza. Dirigente? Si vedrà”.
LA SORPRESA – “Il Napoli ha avuto una crescita esponenziale, soprattutto a livello difensivo: il lavoro dell’allenatore si è visto. La Roma era accreditata per vincere il campionato, soprattutto visto il nostro avvio, invece si è un po’ persa strada facendo”.
TERRORISMO ED EUROPEO – “Fa paura, c’è il giusto timore. Ma è anche vero che siamo strumenti importanti dal punto di vista sociale e nel regalare sogni. Se vuoi essere considerato così, purtroppo, in questo momento storico qualche rischio te lo devi prendere. Lo corro volentieri, pur di regalare qualche ora di felicità a chi segue il calcio”.
This post was last modified on 19 Maggio 2016 - 13:38