Direttamente dall’evento “The Value of the Uefa Champions League Final” tenutosi presso la Bocconi, Beppe Marotta ha rilasciato una dichiarazione in merito agli obiettivi bianconeri per il prossimo anno.
RICAVI – “Per la partecipazione alla Champions significa arrivare almeno al terzo posto nel nostro paese e i ricavi che garantisce la competizione sono profondamente rilevanti. Galliani negli anni ’90 è stato assoluto protagonista di così come tutto il nostro calcio in generale. I migliori giocatori venivano qui da noi. Nella Champions l’imprevedibilità, a differenza dei campionati, è determinante. Nessuna squadra é riuscita a vincerla due volte di fila, é fondamentale arrivare con le condizioni fisiche e con la qualità migliore. Nei campionati nazionali vince la miglior squadra in assoluto, e ogni squadra può recuperare il terreno perso: noi, infatti, eravamo 12º e siamo arrivati primi”.
LA COPPA DEI DETTAGLI – “Mourinho ha definito la Champions come la coppa dei dettagli e ha ragione. Basta vedere la nostra partita quest’anno a Siviglia e la partita che abbiamo giocato su un campo ai limiti della praticabilità ad Istanbul. Vince la società più stabile, anche fuori dal campo. L’anno scorso abbiamo giocato contro la squadra più forte al mondo, è normale il divario con noi. Andare a giocare per i grandi club a Sassuolo, a Carpi o a Genova non cambia, devi dare il massimo sempre: le piccole non hanno lo stesso stress mediatico nostro”.
PER VINCERLA – “Per arrivare alla finale di Champions devi stare al massimo fisicamente e mentalmente, cercando l’equilibrio giusto e presentando la migliore formazione possibile, sperando di non avere squalifiche o infortuni. Da inizio stagione si devono calcolare tutte queste cose”.
CAMPIONATO DI PASSAGGIO – “La Serie A è diventata un campionato di passaggio, i migliori giocatori vanno in altri club. Ho approcciato il calcio non volendo diventare calciatore ma dirigente, ho avuto questa grande opportunità di diventare presidente del Varese quando Galliani era vicepresidente del Monza, gestendo così un club. Anni fa non c’erano i profili di oggi nell’organigramma societario, allora c’erano solo presidente, segretario e allenatore. Quando gestisci una società piccola fai esperienza, e questa è stata la mia fortuna: i sogni spesso si possono realizzare, devi fare tesoro delle esperienze che fai. Oggi il mio lavoro è molto di sintesi, ed il mio lavoro è stato quello di scegliere uno staff, non i calciatori”.
SENZA LIMITI – “Scegliere tra dieci scudetti in fila e la Champions? Sarebbe bello vincere entrambi. Solo vincendo in Italia possiamo entrare in Champions”.
Queste le parole del dg juventino, che dunque spiana la strada ad un’annata che dovrà essere colma d’ambizione.
*Virgolettato trascritto da gianlucadimarzio.com