Alle ore 14, direttamente dalla sala stampa del centro di Vinovo, Buffon e Barzagli parleranno ai giornalisti in riferimento ai rinnovi contrattuali appena firmati, che legheranno i due calciatori alla Vecchia Signora fino al 2018. SpazioJ sarà LIVE e vi racconterà in diretta le parole dei senatori bianconeri. Seguite la diretta testuale su SpazioJ.it
ORE 14: si comincia!
AGNELLI: “E’ un piacere presentare dei rinnovi della Juve. Con me ci sono due giovani promettenti per il futuro. Credo sia un’ottima notizia che il gruppo tecnico della Lega di Serie A si sia espresso a grande maggioranza in favore delle seconde squadre. Questo sicuramente, se il Consiglio Federazione lo facesse proprio dalla prossima stagione, sarebbe un grande passo avanti in ottica dello sviluppo dei giovani talenti del calcio italiano. Giovani talenti che loro non sono, ma converranno con me della bontà di questa iniziativa, perchè giocatori che oggi sono lontani avrebbero la possibilità di essere ed allenarsi accanto a loro quotdianamente e apprendere maggiormente quelle che sono le loro capacità e competenze, non solo tecniche, ma anche di personalità. Prima di lasciare la parola a loro, vorrei fare un paio di considerazioni”.
“La prima è quella di rimarcare personalmente l’enorme orgoglio e soddisfazione per la vittoria del quinto Scudetto consecutivo, e quindi aver fatto sì che loro due, insieme a tutti i loro compagni che hanno partecipato in questi cinque anni, entrassero nella storia del calcio italiano. Una storia che sicuramente ci ha lasciato un minimo di amaro in bocca quest’anno per l’eliminazione in Champions League, ma è stata un’amarezza agrodolce, perchè c la partita con il Bayern Monaco ha confermato la portata internazionale di questa squadra, quindi ha confermato che l’annata precedente non è stata un fuorigiri, ma sta iniziando a posizionare la Juventus veramente come una delle grandi realtà europee, perchè giocare sostanzialmente alla pari con il Barcellona prima e con il Bayern poi, in quelle che sono state secondo noi le partite più belle della Champions League di quest’anno, al pari della semifinale di Europa League tra Borussia e Liverpool – quello è stato il grande calcio europeo di quest’anno -, ci deve dare la consapevolezza definitiva che la nostra dimensione è quella internazionale. Un quinto Scudetto che è motivo di orgoglio ed io prima ancora di ringraziare i ragazzi devo ringraziare l’amministratore delegato Marotta, che è qui con noi, il vicepresidente Nedved e il direttore sportivo Paratici”.
“Se ci ricordiamo la presa di posizione di Gigi da un lato e di Evra dall’altro, dopo la partita con il Sassuolo, abbiamo la consapevolezza che per trasformare l’inizio che abbiamo avuto in un ciclo di 25 vittorie su 26, vi è stato un grandissimo lavoro di squadra. Vi parlo di orgoglio per il quinto Scudetto, ne parlavamo tra di noi, ma credo che non capiremo fino in fondo la portata di questa impresa fino a quando non saranno passati 10-15-20. Solo quando sarà passato del tempo ci renderemo conto di cosa significa aver scritto una pagina di storia. Ma in questo momento noi non vogliamo renderci conto appieno di quello che abbiamo fatto perchè siamo assolutamente concentrati su quelli che sono i prossimi obiettivi. Chi viene alla Juventus sà che il traguardo più importante non è quello conseguito, ma il prossimo. E da questo punto di vista le nostre attenzioni sono al 21 maggio, alla finale di Coppa Italia, perchè sarebbe la prima volta che si realizzerebbe una doppietta italiana e da questo punto di vista siamo concentrati e solo da allora potremmo tirare le conclusioni di quest’anno. Obiettivi che si ripeteranno l’anno prossimo. Avremo la possibilità di andare oltre la storia, di andare nella leggenda, con un sesto Scudetto oppure cercare veramente di raggiungere l’obiettivo internazionale che, non tanto io come tifoso, ma tutti i ragazzi che sono oggi alla Juventus sanno di poter raggiungere”.
“Nella cronaca di questi giorni abbiamo letto e sentito dire che la Juventus non festeggia. Siamo la Juve e non ci sono le feste. Da questo punto di vista mi devo assumere la responsabilità di quello che è successo, in quanto alcuni miei collaboratori, in tempi non sospetti, si parla di 3-4 settimane fa, sono venuti in ufficio da me presentandomi la possibilità di un festeggiamento, che avrebbe coinvolto una delle principali piazze di Torino, dando la possibilità a tutti i tifosi di abbracciare la squadra. Io in quel momento ero più concentrato su quelli che sarebbero stati i risultati che si sarebbero dovuti raggiungere, in quanto nella mia esperienza ho visto Scudetti che sono stati vinti all’ultima giornata e Scudetti che sono stati persi all’ultima giornata. E da un lato se vogliamo la scaramanzia, o dall’altro il pragmatismo sabaudo, ha fatto sì’ che non prendessi neanche in considerazione l’ipotesi dei festeggiamenti. Chiedo scusa ai tifosi, ma sicuramente troveremo il modo per far sì che un abbraccio ci sia, non con le modalità però cui siamo stati abituati negli ultimi anni”
“I due ragazzi che ho accanto a me mi lasciano un po’ di emozione, perchè ho accanto due campioni del mondo, due pentacampioni d’Italia consecutivi. Parlare di Gigi e Andrea è sicuramente difficile. Già la scorsa volta che mi sono trovato qui a parlare di Gigi avevo auspicato che a una persona come lui, venisse riconosciuto il massimo riconoscimento individuale, il Pallone d’Oro. Non ha portato bene, quindi spero Gigi che non te lo diano mai e vediamo cosa succede. Dall’altra parte Andrea, mi è capitato più volte e più volte lui ha scherzato con me, di definirlo il miglior acquisto che abbiamo fatto e questo non posso che ribadirlo. Non posso che guardare Andrea con grandissima ammirazione e non sarebbe soprannonimato altrimenti The wall, il muro. E’ uno dei più grandi difensori della sua epoca, quando penso a Thiago Silva, Piquè e John Terry, Andrea sta sicuramente in questo elenco di giocatori. Il fatto di averlo con noi, averlo avuto con noi negli scorsi cinque anni e averlo con noi nei prossimi due, è motivo di estremo orgoglio. Abbiamo altri due anni davanti a noi con Andrea e Gigi, cammineremo assieme fino al 2018. Io vi ringrazio. Lascio la parola ad Andrea e Gigi per un breve saluto introduttivo per poi lasciare spazio a voi per le domande”.
BARZAGLI: “Sono veramente fiero di me stesso oggi ed emozionato perchè era quello che desideravo: prima di tutto dimostrare di poter giocare in un club prestigioso come la Juve, quando sono arrivato cinque anni e mezzo fa ero veramente con la massima concentrazione, ma anche con quel timore di dover affrontare veramente uno stadio e dei tifosi così importanti, quindi adesso che sono passati 5 anni, dove abbiamo fatto tantissime vittorie e ancora vogliamo proseguire, sono contentissimo di questo rinnovo di due anni e non vedo l’ora di iniziare già da domenica, non vedo l’ora di fare la finale di Coppa Italia e riniziare il prossimo anno. Quindi ringrazio il presidente per le bellissime parole che ha speso su di me, ringrazio la società, il direttore e tutti i suoi collaboratori, gli stessi compagni con i quali abbiamo instaurato un bellissimo rapporto e si vede sul campo”.
BUFFON: “Sarò breve e conciso. Anch’io come Andrea sono orgoglioso di questo ulteriore atto di fiducia della società e del mondo Juve nei miei confronti. La verità sta nel fatto che un giocatore riesce ad esprimersi a grandissimi livelli e magari anche per più tempo quando si lavora di gruppo, si lavora bene e quando alle spalle ci sono delle persone che sanno il fatto loro e qui non parlo di campo. La mia storia con la Juve penso che tutti la sappiate, mi auguro che possa concludersi nella maniera migliore e con ulteriori gratificazioni. Visto che l’altra volta ero qui a celebrare questo rinnovo con il presidente e con Chiellini, oggi sono sempre col presidente e con Barzagli, sono molto orgoglioso di questo, di condividere con un mio compagno un qualcosa di così importante, perchè alla fine credo che il legame che ci lega in campo e anche fuori sia un qualcosa di veramente profondo, di veramente speciale, che nasce dal rispetto. E credo che in tutte le situazioni che si vivono nello sport e nella vita, non sia facile riscontrare tutto questo e questa stima che c’è tra noi giocatori e penso con i dirigenti. E di questo ne sono veramente gratificato”.
Gigi l’anno prossimo ti fa qualche effetto giocarti il decimo Scudetto personale? Hai pensato a una maglietta personalizzata con una stella? A Barzagli chiedo che effetto ti fa sapere che compagni e avversari pensino ancora che sei il migliori difensore in circolazione.
BUFFON: “Sinceramente cominciamo con molta umiltà il prossimo anno. Se poi dovesse accadere di vincere ancora in Italia sarebbe una grande soddisfazione, sarebbero davvero dei numeri incredibili, sarebbe la sedicesima stagione con la Juve e in sedici stagioni sarebbero dieci Scudetti e una vittoria di Serie B. Sono numeri veramente importanti che danno un senso e un segnale di continuità incredibile, per me come singolo giocatore, ma anche per la squadra”.
BARZAGLI: “Fa piacere essere considerato così, ma io caratterialmente, per come sono fatto, non mi sento e non mi sentirò mai il difensore più forte, anzi, è un motivo in più per poterlo diventare e per poter migliorare. Imparo anche dai miei compagni, dai miei avversari quando li guardo in televisione. Mi fa piacere, secondo me è una crescita continua anche a questa età e cerco di dimostrarlo sul campo”.
La differenza tra voi e le altre big, è data dal fatto che la Juve abbia uno zoccolo duro di italiani? In che modo questo influenza i nuovi arrivati? Al presidente: ci sono società che si stanno muovendo per cercare investitori stranieri, anche qui una differenza rispetto alle altre può essere data dal fatto di avere una tradizione italiana anche in questo senso?
BUFFON: “Penso che possa incidere e sia importante avere questo gruppo di ragazzi che inevitabilmente conoscono alla perfezione cosa vuol dire la Juventus, cosa vuol dire stare nella Juve, indossare questa maglia e rappresentare questa società fuori dal campo. Ma credo che la forza a questi ragazzi, di poter essere d’aiuto e di conforto, te la dà solo il campo. La nostra forza nello spogliatoio c’è e ci sarà fino a quando anche il campo dirà che noi siamo gente importante, poi si vedrà. Sull’essere italiani ti ho risposto all’inizio, avere uno zoccolo duro, un nucleo di persone che incarnano l’idea di Juve, cosa vuol dire Juve, è chiaro che aiuta”. BARZAGLI: “Ho poco da aggiungere, ha detto tutto Gigi, ha detto bene. Penso sia fondamentale dire una cosa: c’è sicuramente uno zoccolo duro, ma anche tutti i giocatori che sono arrivati si sono messi al pari nostro e questo fa la differenza. Noi italiani possiamo far capire cosa vuole dire indossare questa maglia, quello che vuol dire vincere con questa maglia, cos’è il campionato italiano e poi sta al singolo giocatore venire qui e adeguarsi a tutto. A noi ci spinge una società che è la vera base e la vera importanza per noi giocatori”. AGNELLI: “Il nostro orgoglio è una proprietà di 93 anni, mancano solo 7 anni a festeggiare un secolo e poi ci porremo il problema su come gestire il secolo successivo. Ma la tradizione sicuramente aiuta da questo punto di vista. Ringrazio l’invito di ieri sera da parte di mio cugino Yaki a Villar Perosa, dove abbiamo passato una serata sicuramente piacevole. Questo poi fa parte dei discorsi che faccio ogni tanto ai ragazzi prima della partita di Villar Perosa: pensare che su quello stesso prato sono passati da Sivori a Charles, a Zidane, a Platini, a Gentile, a Del Piero, Baggio, citate chi volete, il peso di una tradizione, di una proprietà, centenaria, in un luogo come Villar Perosa, credo sia uno stimolo in più per noi, per fare bene, perchè conosciamo quelle che sono le nostre responsabilità, ma anche per i ragazzi perchè capiscono il significato di tradizione semplicemente calcando un prato verde che non è quello solito rettangolare, ma immaginano vari momenti, varie epoche, dove gente prima di loro ha calcato quello stesso campo”.
Il verdetto del Pallone d’Oro è l’unico che ti brucia? E’ unica ingiustizia che ritieni di aver subito? Per Andrea: in Italia sono scomparsi i difensori del vostro livello. Cosa è successo?
BUFFON: “In tutta onestà non sento e non provo nessun senso di ingiustizia per il Pallone d’Oro, so che ho avuto una carriera brillante, so che ci sono andato vicino alcune volte, penso meritatamente, però penso anche che se non l’ho vinto non ho fatto abbastanza. La verità è solo quella, non è che si può cercare la malafede o altro, la colpa è solo mia perchè dovevo fare meglio in determinate situazioni”. BARZAGLI: “Secondo me è questione soprattutto di generazioni. Abbiamo sicuramente una grande storia di difensori in Italia, però non è detto che per forza deve nascere un Maldini, un Baresi o un Costacurta, magari fosse così. Secondo me dobbiamo aspettare questi ragazzi che crescano, dobbiamo cercare di dare anche nel settore giovanile una filosofia e un allenamento migliori per questi difensori e diciamo che i tempi stanno cambiando. Anche noi siamo un po’ più in difficoltà rispetto a prima perchè il gioco è totalmente cambiato, è molto difficile marcare a uomo anche in area, i palloni sono molto veloci, non è facile e capisco che i ragazzi più giovani si abituano anche a marcature diverse. C’è da aspettarli. E’ normale che se non gli diamo la possibilità di crescere velocemente con giocatori anche più esperti, facciamo fatica. E noi su questo siamo rimasti indietro. Io ho passato due anni in Germania dove ci sono le seconde squadre e vedevo che quando alcuni ragazzi della seconda squadra venivano ad allenarsi con noi non notavi questa grande differenza, erano già abituati. Sono abituati a delle pressioni prima di tutto, perchè una partita di una seconda squadra in Germania vanno a vederla 4-5000 persone, di conseguenza giochi con ragazzi di 20-30 anni che hanno esperienza e che magari hanno giocato in Serie A. I nostri si continuano a confrontare con pari età e quando arrivi a 21 anni ti trovi anche un po’ svantaggiato”.
Buffon e i suoi record: “Facendo dei calcoli, ho visto che il record di presenze non lo vincerei neanche facendo 50 presenze all’anno fino al 2018. I miei obiettivi per il futuro sono quelli di squadra, poi voglio migliorare ancora. I paragoni con gli altri portieri? Loro sono molto giovani, io ho 38 anni ed è giusto che li metta da parte questi paragoni. Alla loro età, anche per un pizzico di presunzione, mi sentivo un pò offeso quando venivo equiparato ad un portiere molto più grande”.
Agnelli e la campagna acquisti: “Come da titolo di una nota trasmissione, è sempre calciomercato. Il primo settembre si chiudono le rose. Noi abbiamo una pianificazione ben impostata e dei professionisti pronti a lavorare, c’è piena condivisione con Allegri. Vogliamo una squadra che mantenga questa dimensione internazionale. Per qualsiasi argometo di calciomercato, però, bisogna parlare non con me ma con Marotta”.
Cosa manca per vincere la Champions? “La Juve deve migliorare sotto l’aspetto del carattere e della tenuta nervosa – spiega Buffon – Per quel che mi riguarda, tenendo conto della sconfitta di Monaco, ho comesso un grande errore: quello di aver subito la rete del 2-2. Mi sono fatto sopraffare da una delusione, è un qualcosa che mi porterò dietro per i prossimi anni”.
Su un eventuale futuro di Buffon e Barzagli in società, Agnelli spiega: “Ci sono altri due anni da calciatori, al termine di quest’avventura ci penseremo. Un giocatore deve andare in campo sapendo che questa è l’unica cosa che esiste, un domani valuteremo il da farsi. Non è che entrare in società è automatico, c’è anche qualcuno che vuole perseguire altre strade. Da parte nostra c’è la massima disponibilità, ma non c’è ancora alcun ipotesi”.