Verona-Juve è stata una partita vera nonostante il campionato fosse virtualmente finito per entrambe e per di più in posizioni diametralmente opposte. La mancanza di obbiettivi fortunatamente non ha preso il sopravvento; è stata una gara a tratti gradevole in cui la Juve dei panchinari di lusso ha pagato il cosiddetto effetto “pancia piena” che ha consentito alla squadra veneta di portarsi a casa i 3 punti.
La storia della partita viene tuttavia scritta al minuto 85′, quando tutto il pubblico del Bentegodi si alza in piedi per omaggiare Luca Toni che a 38 anni suonati decide di dire addio al calcio giocato. Lo fa con il sorriso che lo contraddistingue da sempre come un “buono” del calcio. Lo fa attraverso il linguaggio che meglio destreggia, quello del goal.
Il centravanti campione del mondo si congeda segnando il suo ultimo goal contro la Juve, squadra per cui in tempi non sospetti ha dichiarato di essere simpatizzante, nonché ex di turno nella parentesi da gennaio a giugno 2012. Lo status di ex della partita riguarda anche altri gioca
A centrocampo ha disputato un’ottima gara Luca Marrone, meteora juventina mai sbocciata definitivamente nonostante le ottime premesse di inizio carriera. Dopo le fallimentari esperienze in prestito a Sassuolo e Carpi, ritrova continuità a Verona sponda Hellas mostrando buoni doti di palleggio e di impostazione che gli permettono di ritagliarsi un ruolo importante in squadra nella seppur fallimentare stagione culminata con la retrocessione in Serie B. Il cartellino è ancora di proprietà bianconera tuttavia il ritorno a Torino sembra altamente improbabile.
Questa sorta di “rivincita degli ex” termina con due personaggi che condividono un’esperienza alla Juve non certo memorabile: Romulo e mister Delneri. L’italo-brasiliano ha vissuto anni tormentati da una pubalgia che in ordine cronologico gli ha fatto perdere: Il Mondiale, la Juve e la titolarità al Verona. Ecco che lo scorcio di gara di ieri sera sa di seconda chance per un ragazzo fin qui davvero troppo sfortunato che per caratteristiche tecniche e morali, merita maggior fortuna; magari già dal prossimo anno.
Gigi Delneri invece fu il primo allenatore della dinastia Marotta, il quale l’aveva portato con sè dopo il miracolo alla Samp, salvo poi terminare il campionato con un misero settimo posto che costò l’esonero all’allenatore friulano. Anche per lui dunque questa vittoria ha un retrogusto speciale, una piccola gioia in un anno, che di gioie, ne ha riservate davvero poche.
This post was last modified on 9 Maggio 2016 - 02:32