Domenica 1 maggio, ore 14.30. Sono allo Juventus Stadium di Torino, e la partita con il Carpi è terminata da pochi minuti. I giocatori, dopo aver festeggiato con il pubblico l’ennesima vittoria, rientrano negli spogliatoi. Sul terreno di gioco, però, rimane a lavorare un gruzzoletto di calciatori, quelli che non hanno giocato. Sotto gli occhi attenti dei preparatori della Juve, i giocatori iniziano a correre, ma qualcosa non va: Dybala non ha le scarpe e le cerca disperatamente. Poi incrocia lo sguardo di Khedira, e capisce di essere stato vittima di uno scherzo: il tedesco, infatti, ha lanciato le scarpe della Joya oltre i cartelloni pubblicitari, proprio vicino al settore Est. Dybala si arrabbia, i compagni ridono e lo prendono in giro, poi gli svelano la posizione dei suoi scarpini e tutto ritorna alla normalità. Ho scelto di iniziare così il mio editoriale e prendere come esempio la scenetta appena descritta per sottolineare come uno dei fattori decisivi (se non il decisivo) sia stata l’unità del gruppo bianconero.
GRAZIE A SENATORI E MAX – Un gruppo che ha svoltato proprio nel momento più difficile della stagione, dopo la sconfitta di Sassuolo. Da lì in poi, i senatori e, soprattutto, il mister, hanno fatto capire ai giovani e appena arrivati cosa significa giocare nella Juventus e indossare quella gloriosa maglia. Certamente c’è da fare un plauso anche ai giovani, che hanno subito capito e si sono messi a lavorare seriamente, ma non si può non sottolineare l’importanza che hanno avuto i vari Buffon, Evra, Bonucci, Chiellini e gli altri “vecchi” nell’operazione di martellamento psicologico. Infine, anche se il suo ruolo è stato determinate, quindi sarebbe da mettere in cima alla lista, mi piace sottolineare il lavoro di Allegri: paziente ma tosto, sempre ironico ma serio quando le cose si sono fatte difficili. Allegri ha saputo gestire benissimo i giovani, soprattutto Dybala, dosandoli all’inizio per poi lanciarli definitivamente nell’11 titolare; ha saputo dare il giusto spazio ad Alex Sandro che, da oggetto misterioso, è diventato una pedina fondamentale nello scacchiere bianconero; ha saputo dare il giusto spazio anche alle riserve, ottenendo sempre risultati confortanti. Insomma, il lavoro di Allegri è stato perfetto, nonostante i dubbi di inizi stagione, e ieri mi è piaciuto tantissimo lo striscione esposto dalla Curva Sud, Curva che ha dato i giusti meriti al proprio condottiero e che ha cantato per Allegri. Ieri, non nascondiamoci, la Juve non ha giocato con un gioco spumeggiante, si è limitata a gestire, vincendo comunque, perché tutti remano dalla stessa parte, dai titolari alle riserve.
STILE JUVE INIMITABILE- Se poi confrontiamo lo “Stile Juve” con le altre squadre del nostro campionato, ci rendiamo conto dell’abisso che c’è. Pensate alle varie situazioni nelle altre squadre: l’Inter di Mancini si è sciolta dopo un buon inizio per le scelte sempre cangianti del proprio tecnico; la Roma si è suicidata con le grane Garcia e Totti; il Napoli non ha saputo sfruttare le riserve, affidandosi sempre ai soliti 13/14 giocatori; per il Milan non basterebbero 10 pagine per descrivere cosa sta succedendo a Milanello, ci limitiamo a sottolineare le scelte societarie sconsiderate e la lotta interna allo spogliatoio.
Penso che i tifosi della Juve possano stare tranquilli per i prossimi anni: se nessuno riuscirà a creare lo spirito e la coesione dei bianconeri sarà difficile scavalcarli. Per fortuna dei tifosi juventini, lo “Stile Juve” è praticamente inimitabile…
Simone Calabrese
This post was last modified on 3 Maggio 2016 - 17:48