Vincono, i pentacampioni d’Italia: due gol al Carpi, in piena lotta alla salvezza, che dimostrano quanto la Juve sia insaziabile. Una fame di successi infinita, implacabile anche dopo aver scritto la storia. È che la fame è nel dna bianconero, incastonata negli occhi degli undici in campo, come il più prezioso dei diamanti. E si traduce in continua voglia di migliorarsi, come quella di Patrice Evra: a trentaquattro anni suonati, si reinventa centrale di difesa e dalla nuova posizione intravede il suo futuro prossimo.
Sì, perché l’età inizia a pesare, corsa dopo corsa. Evra è stato ed è uno dei migliori terzini del mondo, spiccando per le notevoli doti nella doppia fase, ma il fiato speso durante la sua lunga carriera inizia a presentare il conto: se Sandro sembra il sostituto ideale sulla fascia sinistra, il francese potrebbe adattarsi a un ruolo meno dispendioso dal punto di vista fisico. E trovare così una sorta di seconda giovinezza, continuando a dare una mano alla sua Signora.
I tempi difensivi sono sempre stati fuori discussione, così come le abilità tecniche, che in una difesa a tre sono comunque importanti. Le uscite palle al piede di Chiellini sono spesso una valvola di sfogo della manovra bianconera, quando incontra squadre chiuse nella propria metà campo, ma una maggiore qualità in quella fase potrebbe sicuramente creare più pericoli. Se proprio qualcuno avesse qualche dubbio, nonostante l’altezza, Evra è micidiale anche nel gioco aereo e, quindi, non avrebbe problemi neanche da quel punto di vista.
Insomma: Evra potrebbe essere davvero il prossimo centrale bianconero. Certo, quella col Carpi non è una prova attendibile, ma apre le porte ad altri scenari. Sta a lui decidere se rinnovare, ma Pat sembra aver trovato una nuova dimensione, nella quale s’era già destreggiato in passato. E, al solito, rischia di essere l’ennesimo successo della sua gloriosa storia.
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