È ormai risaputo, le vittorie juventine sono spesso fonte di proteste da parte di avversari mai rassegnati ad ammettere l’effettiva superiorità della squadra bianconera.
A tal proposito è intervenuto Giuseppe Cruciani, giornalista di Radio24, il quale ha rilasciato una lunga intervista a Tuttosport toccando temi come “l’anti-juventinismo” e Calcipoli:
Cruciani, ma lei per quale squadra tifa?
“Lazio. Mai stato anti-juventino. Però dal 2006 in poi simpatizzo per la Juventus che è diventata la mia seconda squadra: un sentimento naturale dopo che il club è stato defraudato di due scudetti in seguito a un processo sportivo di stampo stalinista”
Colpo di fulmine Calciopoli…
“Ho seguito con attenzione quella vicenda e ho sviluppato una mia idea: ci fu una vergognosa campagna mediatica, con processi allucinanti, ma ci fu anche una parte della società che si è fatta male da sola. Evidentemente c’era qualcuno che voleva fermare i dirigenti di allora. Non considero Moggi e Giraudo due santarellini: erano personaggi con un discreto pelo sullo stomaco e stavano acquisendo sempre più potere. Ma la conquista del potere non è un reato, il fatto di avere una rete solida che contribuisce al potere stesso non può essere condannato. Venne istruito un processo su una base di congetture e c’è chi prese la palla al balzo, sia fra gli avversari sia in seno alla società”
Il resto lo fece il «sentimento popolare», concetto coniato non senza genialità dal giudice Sandulli…
“Che tra l’altro è un mio lontano parente, laziale pure lui: affermò che la condanna era anche frutto di quel “sentimento”, che poi è il solito da anni: “La Juventus ruba”, uno dei più solidi luoghi comuni su cui si basa parte del pensiero popolare italiano”
Quindi l’anti-juventinismo esiste.
“L’anti-juventinismo è un lavoro, un mestiere che paga. Nei media la Juventus fa audience a prescindere: puoi parlarne bene e puoi parlarne male. Così c’è chi si è creato un personaggio. Penso a Travaglio, che sarebbe pure juventino, adesso per posa è contro dopo gli eventi di Calciopoli, perché essere contro Moggi era ed è la “cosa giusta”. Mi stupisce, proprio lui che legge con attenzione le carte dei processi, che non si sia addentrato in quelle di Calciopoli, nelle quali è difficile trovare una prova concreta del fatto che la Juventus avesse truccato una partita”
Insomma la Juventus non ruba…
“Ma questo non lo so, dico che chi lo sostiene dovrebbe portare delle prove. Si parla del “potere della Juventus” che viene identificata con la Fiat e la famiglia Agnelli che, peraltro, non era l’unica famiglia depositaria del potere, ma poi mancano le prove. Certo, avere dietro la Fiat dà potere economico e questo rende forte la squadra, però dov’è il reato? Allora anche il Real Madrid o il Bayern Monaco hanno “potere”… Sento in continuazione dei teoremi sui furti della Juventus, che poi vengono smentiti dai fatti”
E Sarri che si lamenta degli orari?
“E’ un grande allenatore, studia e insegna calcio, viene dal basso: peccato per quelle uscite. Come Garcia, si è incagliato nell’atteggiamento vittimistico della tifoseria, allineandosi a quel pensiero fin dai primi giorni con le magliette che insultavano la Juventus, proseguendo con le accuse. Succede. A Roma e Napoli soprattutto. Molti ce l’hanno con me perché parlo di piagnisteo napoletano o romanista, ma in fondo quando la Roma ha vinto c’era Capello che non cavalcò mai quel sentimento. Qualcuno dovrebbe rifletterci”.