Quella tra la Juventus e José Martín Cáceres Silva è una storia che comincia 8 anni fa. Precisamente il 7 agosto 2009, l’allora ventiduenne difensore del Barcellona arriva per la prima volta in quel di Torino e sarà l’inizio di un amore ricco di gioie. Non solo quelle però.
TOCCATA E FUGA – Prestito con diritto di riscatto fissato a 12 milioni e via. Maglia bianconera con addosso il numero 2, prima esperienza in Italia e tanta voglia di mettersi in mostra: la storia di El Pelado può avere inizio. La prima annata alla corte della Signora, Cáceres la passa agli ordini di Ciro Ferrara, il quale lo vede da subito come uno dei suoi titolari sulla fascia destra a discapito di Jonathan Zebina. Il 12 settembre 2009 c’è l’esordio: Lazio-Juventus, 0 a 2 per i bianconeri con prima rete segnata proprio dall’uruguaiano. Sarà l’inizio di un’ottima stagione nella quale, grazie alla sua grinta e duttilità, il giovane difensore convince. Non abbastanza da riscattarlo però. Martin lascia Torino, ma si tratta solo di un arrivederci.
RITORNO DI FIAMMA – Dopo essere tornato al Barça, Cáceres viene mandato in prestito al Siviglia dove, dopo un inizio da controfigura, riesce a ritagliarsi il suo spazio nella seconda metà di stagione. Gli spagnoli si qualificano per l’Europa League e decidono di riscattare completamente il suo cartellino, facendo loro per intero l’uruguaiano. Ma è questione di tempo prima che Madama bussi di nuovo alla porta. Nel gennaio 2012, infatti, il difensore torna alla Juventus. Ancora una volta, e di nuovo in prestito. Stavolta però per restarci definitivamente. Prestito a 1,5 milioni con obbligo di riscatto fissato ad 8 e maglia numero 4. Da quel momento l’amore assopitosi qualche tempo prima è destinato a sbocciare definitivamente. L’8 febbraio esordisce nuovamente in bianconero, stavolta contro il Milan nella semifinale d’andata di Coppa Italia: e stavolta invece di uno, segna ben due gol. 2 a 1 e Diavolo sconfitto. Da quel momento, Martin diventa l’uomo dai gol importanti. Tra le sue vittime ci saranno l’Inter, battuta 2 a 0 il 25 marzo, e, nelle stagioni seguenti, per due volte il Napoli (2-0 del 20 ottobre 2012 e 1 a 3 nella vittoria al San Paolo dell’11 gennaio 2015). Il 6 maggio 2012 arriva la sua prima gioia juventina: il primo scudetto vinto al Nereo Rocco di Trieste. Il primo di una lunga serie.
DECLINO INSPERATO – Come ogni storia d’amore che si rispetti, dopo l’apoteosi giunge, inevitabilmente, un insperato declino. E proprio come ogni storia d’amore che si rispetti, non c’è lieto fine. Genio, infortuni, sregolatezza. Queste le tre parole chiave con le quali si può riassumere la carriera di Cáceres fin qui. Il genio è nelle sue prestazioni, quasi sempre sopra la media e ricche di grinta e caparbietà, gli infortuni, invece, lo hanno colpito spesso nell’arco del tempo. La stagione 2013-2014 inizia male per lui, che è costretto a restare ai box fino alla seconda metà, rientrando solo a fine ottobre. La situazione si ripete l’anno successivo, nel 2014-2015, dove resta fermo per tre mesi. Al ritorno, dopo il gol al San Paolo, è vittima di un nuovo infortunio che lo porta a terminare anticipatamente la sua stagione. L’uruguaiano sarà colpito ancora e ancora da vari acciacchi, ma quello più importante arriva su un altro fronte. Nella notte tra il 28 e il 29 settembre del 2015, c’è l’episodio che incrinerà quasi definitivamente i rapporti con la società bianconera: un incidente automobilistico causato da un evidente stato d’ebrezza. La Juve s’infuria e il giocatore finisce fuori rosa. Il sudamericano non era nuovo ad una vita eccessivamente mondana, ma questo incidente ha probabilmente sancito la fine. La fine di un rapporto durato 5 anni e che, clamorosamente, potrebbe terminare nel più impensabile dei modi.
Dopo il reintegro in rosa torna a non essere quasi mai disponibile sempre a causa degli infortuni. La voglia di rinnovare il proprio contratto in scadenza a giugno non c’è, né da una parte né dall’altra. L’amore è finito e, probabilmente, porterà alla nascita di una nuova fiamma. Quella tinta di giallorosso, con il numero 4 pronto a firmare per la Roma. Non è dunque un addio, ma un nuovo arrivederci: arrivederci ancora, El Pelado, ci si rivede l’anno prossimo. Mai da nemici, solo come rivali.
Mattia Riccio
This post was last modified on 1 Maggio 2016 - 22:40