“Continuate a sognare” e “Noi abbiamo sette Champions League” rappresentano le frasi più ricorrenti che i tifosi delle compagini milanesi rivolgono a quelli bianconeri. E, generalmente, ciò avviene in due occasioni principali: quando la Juventus viene eliminata da una competizione europea (è successo di recente col Bayern Monaco) e dopo aver conquistato lo scudetto; dunque, nell’ultimo caso, pochi giorni fa. Per carità, nessuno vuol sostenere che Inter e Milan non possiedano una storia europea invidiabile. C’è di più. Tutte quelle coppe sono il frutto di annate meravigliose, terminate per l’appunto alzando al cielo il trofeo dalle grandi orecchie.
Sa leggermente di fazioso, però, questa ripetizione spasmodica e tambureggiante. Come se non si riuscisse a staccarsi dai bei ricordi, dal passato. Anziché decantare quella “celeste nostalgia” – parafrasando un famoso motivetto italiano – sarebbe meglio guardare in casa propria e ragionare su quanto prodotto negli ultimi 5 anni. Perché mentre Buffon e compagni cucivano sul petto la terza stella, le dirette concorrenti erano ancora alle prese con mancate qualificazioni e fegati rovinati.
Sembra, infatti – stando alle migliori tesi anti-juventine -, che la “Vecchia Signora” detenga quasi un palmarés scialbo o addirittura “seminudo”. Taluni dimenticano quale sia l’unica squadra ad aver vinto tutte e vinto le 6 competizioni ufficiali della UEFA. Basterebbe solo questo aspetto a controbattere le argomentazioni disfattiste che, un tempo, si ascoltavano solo nei bar; oggi, invece, invadono addirittura le trasmissioni televisive (e i social network), trasversalmente.
Serve, pertanto, dare un sonoro schiaffo morale ai classici dettrattori, chiunque essi siano; senza insulti, né risposte maleducate. Dei metodi ben lontani dal tipico stile-Juve. Per zittire ancora certi chiacchiericci, certi pourparlér, bisogna solo inseguire il sogno di vincere la Coppa dei Campioni. Partendo, magari, dalle parole di Evra rilasciate in un’intervista alla Gazzetta dello Sport:”Chi gioca nella Juve lo fa per vincere il campionato. Chi indosserà questa maglia il prossimo anno lo farà per vincere la Champions. Questo è l’obiettivo”.
Attenzione, però. Mister Allegri, saggiamente, l’ha ripetuto più volte durante la stagione in corso. Un obiettivo concreto, ma non ossessione. L’essere ossessionati da qualcosa non porta ad alcun risultato. Danneggia soltanto chi ne viene affetto. Importante lavorare sodo, crederci, impegnarsi al massimo, ma senza finire “in analisi” se ciò non accade. I calciatori e la società, per fortuna, ne risultano ben consapevoli. Forse qui, gli unici a provare questa ossessione – ma al contrario – sembrano proprio i supporter che chiedono a gran voce la testa di ogni singolo componente di “Corso Galileo Ferraris”. Le motivazioni? Sempre uguali. Che, per decenza e rispetto ai lettori, è meglio non ripetere.
Paolo Panico