Che strano il destino. Prima sei considerato una riserva mediocre. Niente meno che un attaccante di scorta. Da chi? Beh, non certo dalla società alla quale appartieni. Non certo dai tuoi compagni di squadra. Non certo dal popolo bianconero. Forse la gente ama troppo il chiacchiericcio. Vuole tutto e subito, senza saper aspettare. E torna in mente solo il siparietto con Ciro Immobile; in quella conferenza stampa che decretò la nascita della famosa “coppia ignorante”. Niente, all’inizio per l’opinione pubblica Simone Zaza è solo questo. Un sempliciotto reduce da qualche campionato positivo con le provinciali che alla Juventus serve a ben poco. E poi che succede? Il centravanti di Policoro esordisce in Champions League: contropiede e sigillo del 2-0 rifilato al Siviglia. Tutto qui? No. Arriva la Coppa Italia e in concomitanza, udite udite, anche una bella doppietta ai “cuginetti” del Torino.
Finché la scalata non raggiunge il picco più alto della montagna al minuto 88 di Juventus-Napoli. Stop e sinistro improvviso. Gol. Si tratta della rete del sorpasso ai partenopei, forse troppo occupati a ricordare la partita d’andata (che giocarono benissimo, per carità), ma dagli esiti opposti. In campo c’è un’altra Juve. Nessun favore arbitrale – come predetto da qualcuno alla vigilia – ma solamente tanta grinta e attenzione in fase difensiva (Bonucci fa il fenomeno, togliendo dalla testa di Higuain una segnatura praticamente già fatta).
Così, da “palla al piede” del reparto avanzato juventino – addirittura dato già per ceduto a qualche formazione inglese – tutt’ad un tratto diventa quasi l’eroe dello spogliatoio. Lo scudetto comincia a cucirsi dopo quella fredda serata di Febbraio. Che dire, “Un giorno all’improvviso“, ti segna Simone Zaza. Da allora, il bomber lucano venne rivalutato. Forse, pensandoci meglio, nella compagine di mister Allegri ha il suo perché. Può addirittura combattere alla pari di Lorenzo Insigne per conquistare un posto in Nazionale nei prossimi Europei. E, ne siamo certi, l’ex Sassuolo ci andrà. La sua cattiveria sotto porta è proprio ciò di cui mister Conte ha bisogno; ma soprattutto, il carattere di Simone rappresenta quel giusto dettaglio intravisto da Beppe Marotta al momento del suo acquisto. Che dire, niente male davvero questo Zaza.
Paolo Panico
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