Scordatevi la rabbia e il furore agonistico di Antonio Conte sulla panchina juventina, perché il nuovo artefice dei successi della Vecchia Signora corrisponde a tutt’altro profilo: pacato ma grintoso, posato ma con lo stile Juve. E se è arrivato il secondo scudetto consecutivo della propria gestione “qualche” merito lo avrà anche lui, in barba a tutti i suoi detrattori, che hanno continuato imperterriti a twittare con l’hashtag #allegrivattene, nonostante lo scudetto, la decima coppa Italia e la finale di Champions League della passata stagione.
L’INIZIO – Dopo le prime giornate già si vociferava di un suo possibile esonero (12 punti in 10 giornate), mentre alcuni “giornalai” si divertivano con titoli del tipo “Juve, ciao scudetto” e similari. Allegri no, sempre sul pezzo, si è assunto tutte le responsabilità e ha predicato calma, almeno fino a Natale, quando le sorti della squadra potevano cambiare. Quella sconfitta contro il Sassuolo è stata lo spartiacque della stagione, quando i senatori hanno strigliato la squadra a comportarsi da Juve. Sono arrivati poi i recuperi dagli infortuni di Marchisio e Khedira, si è finalmente virato sul modulo senza trequartista, con la collaudata difesa a 3.
LA SQUADRA – Modulo cambiato in parte da Allegri, grazie all’innesto di giocatori di qualità sulle fasce, come Cuadrado e Lichtsteiner. 3-5-2 che all’occorrenza poteva portare anche tre, quattro giocatori nella zona d’attacco, facendo del proprio punto di forza le ripartenze. Poi c’è la questione Dybala. A cui Zamparini dopo poche giornate disse: “Vattene dalla Juventus, Allegri ti rovina”. Al contrario, il livornese è riuscito a valorizzarlo come pochi sarebbero riusciti a fare e i risultati lo dimostrano. Un po’ come Morata l’anno scorso, tenuto in panchina più del previsto, ma pronto quando è stato promosso definitivamente a titolare. La vittoria sfiorata con il Bayern Monaco è stata l’unica nota stonata di questa stagione fin qui perfetta, da completare con la vittoria nella prossima Coppa Italia.
GIOVANI – Dicevamo, Allegri. Capace di rimproverare pubblicamente Pogba e Dybala quando con le loro giocate, a volte eccessive, mettevano a repentaglio l’equilibrio tattico della squadra. Bastone e carota, insomma, per i più giovani. I risultati non sono tardati a vedersi e la grande esperienza di Max ha fatto la differenza sotto questo punto di vista. Del resto non era facile l’anno scorso prendere in mano un gruppo vincente, figuriamoci quest’anno dopo le tre partenze di lusso in estate che hanno pesato, e non poco, anche nella testa dei giocatori.
RINNOVO – Se l’anno scorso molti dissero che il merito era soprattutto di Conte, che gli aveva lasciato in eredità una squadra e un modulo già collaudato, ora si dovranno ricredere, visto che la squadra è stata tutta da riassemblare e il modulo cambiato nella sua natura. Inutile girarci intorno: uno dei principali artefici di questa gloriosa rimonta, con lo scudetto arrivato a tre giornate dalla fine, è proprio lui. E come se non bastasse a giorni arriverà l’ufficialità del suo rinnovo. Meglio di così…