Quando compi certe imprese, non puoi far altro che continuare a contemplare il traguardo. Non puoi far altro che rimanere a pensare con il sorriso stampato sulla faccia. Quel sorriso che sa di vittoria, di consapevolezza e di soddisfazione. E, allora, ti passano davanti agli occhi tutti gli highlights di una stagione intera, di un pazzo campionato che, ormai da cinque anni a questa parte, si conclude sempre allo stesso modo: la Juventus davanti, a guardare tutti dall’alto, a ribadire la forza, la tenacia, la voglia di non rassegnarsi mai e di tirare fuori il carattere, fino all’ultimo secondo, fino al triplice fischio. Perchè questo, in fondo, non può che essere definito lo scudetto del carattere.
LA CRISI – Uno dei peggiori inizi immaginabili, quello della Juventus. La prima in casa con l’Udinese, poi la Roma e il pareggio col Chievo. E ancora il Frosinone di Blanchard e la sconfitta a Napoli, e le altre che salivano, che continuavano ad inanellare vittorie e i bianconeri che scendevano, sempre di più. E la classifica che scorreva, inesorabilmente, che lasciava sognare gli altri, che continuava ad illudere. La squadra era in crisi, o quasi. Sembrava essere l’anno sbagliato, quello in cui va tutto storto e l’unica cosa da fare è continuare a stare al gioco. Ben dieci settimane in cui tutti gli altri continuavano a rincorrere un sogno, mentre la Juventus sembrava rassegnata…
LA RINASCITA – Ecco, sembrava. Perchè da lì a poco ci sarebbe stata, forse, la gara più importante della stagione: quella contro il Sassuolo. Ennesima prestazione deludente da parte degli uomini di Allegri ed ennesima sconfitta. Quella sera, però, qualcosa è successo negli spogliatoi. C’è stata una reazione e chissà quante strigliate da parte di chi aveva deciso che quello era il momento giusto per cambiare la rotta di una stagione che aveva preso la direzione sbagliata. Il Mister, Buffon ed Evra quella sera si sono presi la squadra sulle spalle e hanno tirato fuori tutto quello che alla fine c’era sempre stato. Perchè il gioco, il gruppo, la fame non erano mai passate, avevano solo bisogno di una spolverata. E da quel momento tutto è cambiato: un’inversione di marcia che ha portato la Juventus a vincere 24 partite su 25. Un’impresa vera e propria che merita di finire nella storia.
LA VITTORIA – Cinque, e uno più bello dell’altro. Ma l’ultimo, forse, li batte tutti a livello di emozioni. Perchè è lo Scudetto del carattere, di chi non molla, nemmeno per un attimo. E Buffon lo sa bene: “Questa vittoria ha mostrato la forza tecnica, morale, di caparbietà. C’è voglia di non rassegnarsi, di stupire per i giovani e anche per i più vecchi, sempre con rispetto”. La voglia di continuare a lottare, anche da dodicesimi in classifica, anche quando le rivali continuavano a salire e ad ambire. La Juventus lavorava in silenzio, partita dopo partita perchè aveva in serbo la migliore delle sorprese. Una rimonta incredibile che porta i bianconeri ad alzare la Coppa, ancora una volta. Ma le avversarie lo sapevano già: in casa Juve il leitmotiv è solo uno: quel fino alla fine che riecheggia tutte le volte allo Stadium e che non è più solo un motto, ma uno stile di vita. Cinque di fila, il pokerissimo, la manita. Chiamatelo come volete, noi la chiamiamo storia.
This post was last modified on 26 Aprile 2016 - 13:51