Incassare il colpo, restare in piedi e sferrarne uno ancor più forte. Se ci fosse bisogno di scegliere una partita che segni l’emblema di questa stagione, ma più in generale, di cos’è la Juve, Fiorentina-Juve lo sarebbe di certo.
Ciò che è accaduto al Franchi è un misto di carattere, grinta, personalità, carisma, un misto di tutti quei valori che vengono accomunati sotto un unico nome: Juventus.
RISPOSTA – Il gol di Kalinic, peraltro arrivato su un errore grossolano della difesa bianconera e, in particolare, di Bonucci, avrebbe tagliato le gambe a chiunque, ma qualsiasi squadra. E invece, nemmeno 1′ dopo, il cuore Juve ha permesso di riportare la squadra di Max Allegri di nuovo in vantaggio. Non c’è molto da spiegare, in ambito tecnico, basta soltanto guardare l’azione. La voglia del difensore viterbese che ha appena commesso un errore clamoroso, che sale, perché vuole buttarlo dentro quel pallone. L’esultanza sfrenata di tutti, con Bonny in primis, perché quel gol potrà anche non valere molto, in quanto lo scudetto è una pratica già archiviata, ma è fondamentale, è l’essenza di tutti, di essere la Juve. Come se, per davvero, lassù ci fosse un Dio pallonaro, che guida con la sua onnipotenza movimenti della sfera e delle gambe dei calciatori e permette l’esistenza di queste splendide realtà. E poi Buffon. Ma parlare di Buffon è superfluo: il migliore della storia, senza polemiche.
PROGRAMMATI PER VINCERE – Molto probabilmente, leggere quest’articolo non è consigliato a chi non ama il calcio oppure a chi non tifa Juve. Audentes fortuna iuvat recita il detto latino, ma, in questo caso, la fortuna c’entra poco. La Juve ha un gruppo, formato da giovani e senatori, che realmente non molla mai. Sembra che la psiche bianconera sia immersa in una sorta di spazio robotico, incapace di provare sentimenti per 90′, sensazioni, niente di niente, capace solo e soltanto di essere programmata per vincere. Il gol annullato a Bernardeschi, la reazione veemente della Fiorentina nel secondo tempo, il gol del pareggio viola, il rigore e il finale pazzesco non hanno inciso, no, perché la Juve è sempre la stessa, con lo stesso carattere, con la stessa grinta, con lo stesso cuore che la contraddistingue da sempre. E non c’è alibi che tenga.
Luigi Fontana (@luigifontana24)