L’avvicinamento al quinto scudetto consecutivo (sul campo, mai fatto da nessun’altra squadra se non quella bianconera) diventa quasi trionfale. Non perché gli avversari abbiano mollato, e i sei gol del Napoli parlano chiaro, ma perché la macchina di Allegri è diventata quasi perfetta. E all’evoluzione tattica, seguita da quella quella maniacale del risultato è arrivata anche quella della qualità del gioco. Nelle ultime settimane la Juventus dà spettacolo, vince e strappa ogni record possibile, supera con facilità irrisoria ogni tipo di assenza (in un’annata forse da record anche per numero di infortuni) ed infine si esalta con le qualità eccezionali dei suoi campioni e sono sempre più giocate spettacolari quelle che portano ai gol della vittoria col Milan, con il Palermo, con la Lazio.
IL MIGLIORAMENTO INDIVIDUALE – Parlando di difesa e di infortuni viene facile rilevare quanto sia migliorato il rendimento del giovane Daniele Rugani, che dalle prevedibili incertezze delle prime apparizioni è passato a rimpiazzare Chiellini con sicurezza da veterano. La ricostruzione fisica di Sami Khedira, sul valore tecnico di eccellenza non c’erano dubbi, ne ha fatto il perno insostituibile del centrocampo con prospettive di stagioni future ancora più esaltanti. Il gioco sulle fasce, chiunque ne sia l’interprete, è divenuto arma micidiale nei successi juventini. E’ stato fuori Dybala, ora è out Marchisio (ahinoi, a lungo), ma in campo ormai non se ne accorge più nessuno. Si possono chiamare riserve Cuadrado che sbanca Milano o Zaza che segna il gol forse decisivo per lo scudetto? Non possono essere coincidenze e non si può chiudere questo pezzo senza ringraziare Max Allegri.
Salvatore Arpaia
This post was last modified on 23 Aprile 2016 - 10:47