10 anni. Tanto è passato dall’inizio di quell’infamia sportiva e giudiziaria conosciuta come Calciopoli. Un processo che ha più volte mostrato le sue incongruenze e la mancanza di fondamenta, nonchè di prove, ma che alla fine sortì l’effetto desiderato da “qualcuno” al quale non andava proprio giù di non vincere mai nulla.
La Juventus venne smantellata, spedita in quell’inferno chiamata Serie B e si vide revocati titoli sportivi dal 2004 al 2006, oltre ad un danno non facilmente quantificabile a livello d’immagine e, conseguentemente, economico.
Da quell’inferno la Juventus venne fuori subito, grazie a Uomini come Nedved, Buffon, Del Piero e Trezeguet che, invece di andare a cercare fortune all’estero o altrove in Italia, evitando anche di apporre quella “macchia” sui loro curriculum, rimasero alla Juve e costituirono la base della rinascita bianconera.
Un anno dopo la Juve era tornata in A, tra gli sfottò degli avversari e i ghigni di chi si freggiava di un titolo ottenuto sulle macerie di un campionato privo di competitività e di fascino. I sorrisini si spensero gradualmente quando, a fine campionato, la Juventus chiuse al terzo posto, riconquistando da subito un posto in Champions. La campagna Europea si chiuse agli Ottavi contro il Chelsea, ma nessuno 2 anni prima avrebbe nemmeno pensato ad un ritorno così rapido tra le grandi d’Europa.
Nel 2008 /09 la Juve si ripetè in campionato, andando addirittura a piazzarsi al secondo posto, ma il cammino in Champions fu breve, facendo registrare il 3° posto nel girone e costringendola alla retrocessione in Europa League. Qui le sorti Europee non andranno meglio e molti ricorderanno quella clamorosa eliminazione ai danni del Fulham: dopo il 3-1 dell’andata a Torino, la Juve perse clamorosamente 4-1 in trasferta, chiudendo il proprio cammino agli ottavi.
Poi il baratro: 2 settimi posti consecutivi accompagnati da una dolorosa eliminazione in EL (2010) ad opera del Lech Poznan e dall’esclusione dall’Europa nel 2011/12. Ma quei sorrisi e quei ghigni sarebbero terminati nel 2012, quando la Juve guidata da Antonio Conte, realizzò il primo passo di quella che oggi è considerata un’impresa.
La Juventus torna, inaspettatamente, sul trono d’Italia e si riprende quanto perso in quegli anni. Alle sue spalle torna una dirigenza forte, guidata di nuovo da un Agnelli, Andrea, che restituisce dignità e quella sensazione che l’intera società abbia alle spalle una proprietà e un Presidente che sono davvero vicini al gruppo e che non si abbia a che fare semplicemente un gruppo di uomini d’affari, abili nella gestione contabile ma che con lo Sport niente hanno a che vedere.
La Juve chiude quel campionato da imbattuta, tornando in Champions e riuscendo a dominare il proprio girone (Shaktar, Chelsea, Nordsjaelland) chiudendo al primo posto e imbattuta. Ancora una volta, il cammino in Europa si ferma ai quarti: troppo forte il Bayern che infligge un doppio 2-0 ai bianconeri, mostrando loro una palese immaturità in campo europeo.
I campionati successivi segnano la nascita di un dominio. La Juventus vince lo scudetto ininterrottamente per 4 anni di fila, nonostante il cambio di Allenatore, nonostante un ricambio generazionale che vedrà lasciare, tra gli altri Vidal, Pirlo e Tevez e l’affermazione di giovani come Pogba e Morata.
Se la grandezza in Italia è ritrovata, la Juve può concentrarsi sull’Europa, dove gradualmente il progetto sportivo comincia a produrre i suoi frutti. Nel 2013/14 la Juventus viene eliminata, clamorosamente, dal Galatasaray, in occasione di una gara giocata in due occasioni, causa mal tempo, e su un campo indecente per il calcio professionistico. La retrocessione in Europa League portò a disputare la doppia semifinale contro il Benfica che eliminò i bianconeri grazie al successo casalingo per 2-1 e allo scialbo 0-0 di Torino in occasione del ritorno.
Il record di 102 punti ottenuto nel 2013/14 ha segnato, se ancora ce ne fosse bisogno, la netta supremazia in Italia della Juventus. Ma il 2014/15 verrà sicuramente ricordato per la finale di Champions ritrovata e tristemente persa contro un Barcellona ancora troppo forte per la Juve. Il cammino dei bianconeri in Champions fu eccellente, eliminando tra gli altri i Galacticos del Real Madrid in seminifale e legittimando il ritorno tra le Grandi d’Europa.
Storia di quest’anno ci dice che la Juventus è vicina al suo quinto titolo consecutivo e che, nonostante l’eliminazione in Champions per mano del Bayern, può a ragion veduta essere considerata una delle più importanti squadre in Europa. A conti fatti, se il ranking c’assiste, l’anno prossimo la Juventus potrebbe avere il 5° coefficiente assoluto, andando a posizionarsi a ridosso delle migliori e confermando una crescita esponenziale in Europa.
Lo scorso anno i bianconeri portano a casa anche la 10ma Coppa Italia della loro storia, prima società in Italia a vincere per 10 volte il trofeo. A completare il quadro, si aggiungono 3 SuperCoppe Italiane che vanno ad arricchire il palmares di questi anni.
Oggi, 10 anni dopo quell’infamia, la Juve è tornata dove le compete e va sottolineato la grandezza e l’importanza della programmazione sportiva e societaria, soprattutto alla luce dell’inesorabile confronto con le altre “grandi” ormai decadute. Napoli relegato al ruolo di eterno secondo, nonostante i grandi progressi degli ultimi anni, Roma e Lazio annichilite, peggio di loro le milanesi che nè a livello di gioco nè a livello di fatturato si avvicinano a quanto fatto dalla Juventus.
I bianconeri, 10 anni dopo, guardano quanto accaduto a testa alta, dalla posizione di chi è rinato dalle sue ceneri e ha legittimato sul campo ciò che la sua storia ha sempre espresso: questa Juve è la più forte e lo è al di là di tribunali, mezze sentenze e di tutte le recriminazioni delle avversarie.
Salvo Listo
I commenti sono chiusi.