Esiste un modo migliore per crescere diverso dal viaggiare? Forse sì, ed è girare il mondo a soli 13 anni per giocare a calcio con indosso una maglia storica: “In questa stagione siamo arrivati a quota 23 tornei, visitando Lituania, Germania, toccando città come Miami – spiega mister Giovanni Valenti, head coach della Juventus per la categoria esordienti impegnato al Torneo di Abano -. Da un lato ci sono da mettere in conto tanti sacrifici, ma dall’altro hai occasioni uniche per consolidare uno splendido gruppo”. Un aspetto da analizzare con una persona con l’esperienza di Valenti sono le modalità con cui studio e sport si conciliano avendo tutti questi impegni: “Chi viene confermato alla Juventus inizia le scuole superiori nelle nostre Academy. Gli esordienti attraversano una fase delicata, dove il tempo per studiare è poco: penso a quando in viaggio in aereo per una trasferta europea, tutta la squadra si è messa a fare espressioni di matematica – ricorda sorridendo –, momenti che sottolineano una gran forza di volontà dei ragazzi. Ciò che più conta alla fine non è il voto in sé, quanto un buon comportamento, l’educazione e la giusta dedizione verso lo studio, che mai deve mancare”.
ALTO LIVELLO – Il Torneo Internazionale Calcio Giovanile Città di Abano Terme, kermesse giunta alla 25esima edizione, ospita squadre di livello mondiale quali Paris Saint Germain, Ajax, Galatasaray, Milan, Porto, Inter, Kashima e, appunto, i bianconeri, reduci da una gara al cardiopalma contro il Toronto: “Siamo stati bravi a riacciuffare il pari dopo il gol subito nei minuti finali. Penso che comunque, nonostante l’inferiorità numerica (espulso Giorcelli nel primo tempo, ndr), il pallino del gioco sia stato nostro. Lo confesso però: dai miei mi aspetto di più perché mi hanno abituato a ben altro. Sicuramente i ragazzi devono crescere a livello mentale, imparare a stare più tranquilli e gestire al meglio le energie mentali”. Quella con i canadesi (team d’approdo dell’ex juventino Giovinco) è stata una delle partite più avvincenti del Torneo. Un 2-2 finale che ha entusiasmato il pubblico presente (calorosissimo quello degli ospiti) dando vita a un match ad alto tasso di qualità tecnica e tenuta fisica: “Più palla o più parte fisica negli allenamenti? Sono preparati in generale per curare lo sviluppo: due volte alla settimana si allenano per almeno 20 minuti le capacità coordinative, poi si torna su parte atletica e gioco con la palla, che resta elemento chiave”.
Un lavoro che parte da molto indietro, dove la parola d’ordine è, come d’altronde per la prima squadra, “programmazione”: “Per noi questo concetto è tutto. Sono arrivato qui sotto la regia di Stefano Baldini consapevole del fatto che il discorso tecnico intrapreso sarà coerente e progressivo: ci dovrà essere continuità didattica affinché duri il più a lungo possibile. Soltanto in questo modo il giovane calciatore potrà sfruttare tutto il suo talento”. Ma per realizzare questo progetto è necessario continuare con la stessa guida tecnica? “Non necessariamente, anzi. La continuità è data dalla società in primis: le diverse idee dei vari allenatori sono un qualcosa che si affianca a una crescita mirata: c’è chi trae benefici nel cambiare allenatore e quindi mentalità”.
IL SOGNO CONTINUA – La Juventus si è qualificata come seconda nel suo girone, proprio alle spalle del Toronto (in virtù della differenza reti). e domani, sabato 23 aprile, affronterà agli ottavi di finale il Padova, vincitore del Girone B. Questo è un trofeo che manca nella bacheca bianconera e chissà che non sia finalmente giunto il momento giusto. L’obiettivo è arrivare “fino alla fine”, naturalmente.