CLOWNERIA E GIOCOLERIA – Il “clown” per definizione si serve di paradossi e situazioni estreme per suscitare ilarità. Alzi la mano chi nella prima parte della stagione non ha associato la Juve ad un pagliaccio; lo faccia anche chi per ogni singolo momento ha avuto il perfido gusto di scrutare in classifica le posizioni bianconere sempre più deficitarie. Una macchina imperfetta, un motore che gira a vuoto e forse la paura di un pilota che pecca nella sua corsa. La Juve, una potenza vulnerabile che si nasconde dietro una maschera: quella del “clown triste” perso nello sguardo profondo e compassionevole dello spettatore.
VOGLIA DI NUMERI – Il lavoro, i risultati, la voglia di vincere: tutto alla base per risalire e riconquistare il terreno perduto e il primato che intanto attende. La Juve allora aumenta la frequenza del passo e lo fa con qualità e cinismo, inebriando i tifosi con velocità, precisione e destrezza: tutte caratteristiche del “giocoliere” che vive costantemente alla ricerca della spettacolarità e che lavora tanto con i piedi. Ecco, il dualismo “Juve-circo” è chiaro e prende sempre più forma. I numeri “acrobatici” e incredibili di Pogba, la rapidità di Dybala e Cuadrado che pattinano tra gli avversari e spaccano gare intere tanto da essere accostati ai migliori “funamboli”, sono un marchio indelebile della Vecchia Signora da quella notte stregata ed accantonata di Reggio Emilia.
Le luci ormai soffuse stanno spegnendosi, cala la notte e alla Juve manca l’ultimo numero per godersi l’applauso a scena aperta di un pubblico mai sazio di magie. Si chiude il sipario, l’adrenalina è ancora in circolo: ed ora chi dice al pubblico che è lo Juventus Stadium il circo dei sogni?
Simone Di Sano
This post was last modified on 22 Aprile 2016 - 14:54