Settanta punti su settantadue. Basterebbe questo dato per comprendere la maestosità dell’impresa della Juve, che ora vede il quinto Scudetto consecutivo sempre più vicino: un altro record, per non perdere l’abitudine. E, intanto, continua ad annichilire gli avversari, compresa la malcapitata Lazio. Ecco le pagelle dei bianconeri.
BUFFON, 6 – È uno spettatore non pagante, Gigi. Si concede qualche brivido, all’inizio, forse giusto per dare un po’ di verve alla serata. Annoiato.
RUGANI, 6.5 – Il bambino acquista sempre più fiducia. E, quindi, lucidità. Con quel pizzico d’incoscienza, che alla sua età non manca, ma non fa male. In crescita.
BONUCCI, 7 – Guida la difesa, con la solita classe: interventi puliti e piedi educati, per Bonnie. Che è spesso l’ultimo baluardo bianconero. Invalicabile.
BARZAGLI, 6.5 – Se Bonnie guida di classe, Barzagli ci metta la sostanza e la forza. Non sbaglia praticamente mai, da sempre. Certezza.
LICHTSTEINER, 7.5 – Cuore e grinta, ma non solo: è tanto pericoloso in avanti, Licht. Pure spesso, che se fosse sempre così sarebbe da clonare. Treno di prima classe.
KHEDIRA, 7.5 – Senza Marchisio, ora le chiavi dell’azione sono sue. Non delude, come ci si aspettava: sostanza, classe, carisma. In una sola parola: Khedira. Imprescindibile.
STURARO, sv – Mancava all’appello da un po’, quindi Allegri trova l’occasione per rilanciarlo nella mischia: il tempo di un giallo, giusto per riprendere le vecchie abitudini. Mastino.
HERNANES, 6 – Rallenta troppo l’azione, fino a che Allegri non s’infuria. E pure dopo non è che faccia meglio. Il corner da cui nasce il gol non lo redime: proprio non va, Profeta. Rimandato, quasi bocciato.
POGBA, 7 – Sarà pure snervante, a volte, ma è pazzesco: quinto assist in cinque gare – con tre gol a fare da contorno. E quei colpi da fuoriclasse non sono più fini a se stessi. Deve crescere e ciò può far solo sorridere. Alieno.
ASAMOAH, sv – Prende il posto di Pogba, ma non incide: deve riprendere il ritmo partita, avrà altre occasioni.
ALEX SANDRO, 7 – Fa il buono e il cattivo tempo, Sandro: difende, attacca, s’inserisce pure di testa. Fa tutto e lo fa dannatamente bene. La fascia sinistra è sua, ormai. Inarrestabile.
DYBALA, 8 – Leggero come una piuma, letale come un cobra. Danza sulla palla, ci fa quello che vuole e incanta. Con un tocco, un dribbling, un tiro. I due gol sono la coronazione di una serata perfetta. Dio del calcio.
ZAZA, 6 – Entra e fa vedere di avere voglia. Finché la scarica sul portiere, come prova a fare, va bene; se si fa ammonire da sciocco, invece, un po’ meno. Toro scatenato.
MANDZUKIC, 7 – Alle critiche risponde come sa: segnando. E se non bastasse, dà il solito – grande – contributo alla manovra collettiva. Guerriero (anche senza mascherina protettiva).
ALLEGRI, 7 – E che gli vuoi dire: quinto Scudetto a un passo, finale di Coppa Italia e una corazzata ormai matura. Deve trovare un modo per sostituire Marchisio, magari sarebbe meglio provare Lemina. Ma sono davvero piccolezze.