Turno infrasettimanale, quinto scudetto ad un passo e vittoria del Napoli sul Bologna nell’anticipo del martedì sera. Ci sono tutti gli elementi per una grande sfida, anche se, a giudicare dall’andazzo degli avversari, potrebbe essere meglio. Già, perché la Lazio di quest’anno sembra una lontana parente di quella dello scorso anche se non è questo un motivo per considerarla una sfida priva di insidie.
LE DIFFERENZE – Ad oggi i biancocelesti si ritrovano con alcune novità rispetto all’anno scorso. La scorsa stagione Pioli guidò i suoi verso il terzo posto all’ultima giornata conquistato contro il Napoli di Benitez, coronando un’annata davvero entusiasmante per i capitolini. Stasera invece l’allenatore parmense non ci sarà, e come lui mancherà anche una delle pedine fondamentali dello scorso anno, Stefan De Vrij, che ha praticamente saltato tutta la stagione: il primo esonerato, il secondo infortunato. Quelli che sono stati due dei perni della Lazio scorsa sono risultati invece le vere e proprie mancanze della Lazio odierna. Squadra che, tra le novità assolute, si ritrova con un nuovo condottiero: Simone Inzaghi. Alla prima esperienza in un club di A, il neo allenatore ha però già collezionato due vittorie con Palermo ed Empoli, e stasera si ritroverà di fronte la capolista. Il primo vero banco di prova. Il più arduo probabilmente, visto che la Juventus si può considerare una vera e propria piaga per i seguaci di Olimpia.
CHI MANCA E CHI C’E’ – La Lazio si ritroverà allo Stadium con assenze importanti. Saranno out infatti Candreva, Konko, Radu, Bisevac, Kishna, Mauri e Matri, tutti assenti per infortunio assieme al sopracitato De Vrij. Un’infermeria lunghissima e con diversi uomini chiave: a partire dal numero 87, vero e proprio leader e trascinatore lo scorso anno, finito ad essere invece uno dei tanti in questa stagione. Qualche acciacco di troppo è vero, ma anche nei momenti in cui è stato chiamato maggiormente in causa non è stato in grado di incidere, tanto da perdere, per un certo periodo, anche la sua titolarità. Anche il capitano Mauri sarà un’assenza pesante, anche se i fasti di un tempo sembrano davvero un ricordo. A sopperire a tali mancanze, Inzaghi punterà tutto su chi si è messo maggiormente in mostra nelle ultime partite: Keita e Felipe Anderson, entrambi a supporto della punta a sorpresa Djordjevic. Saranno loro gli esterni d’attacco nel suo 4-3-3, che vedrà l’insostituibile Biglia in cabina di regia e l’onnipresente Parolo come mezz’ala. Sono questi i perni della Lazio di stasera, gli uomini che potrebbero creare maggior fastidio ai bianconeri.
GIOCO E NUMERI – Nelle prime due apparizioni con Inzaghi, la Lazio sembra aver trovato maggiore slancio offensivo e una migliore stabilità difensiva. Il cambiamento si è notato soprattutto contro il Palermo, sempre considerando il livello dei rosanero di quest’anno. I biancocelesti sono apparsi però sicuramente più “leggeri”, proponendo un gioco offensivo semplice e incentrato sullo sfruttamento delle corsie esterne. I palloni messi in area di rigore sono sempre risultati molto pericolosi, mentre la fase difensiva è apparsa decisamente molto più solida. Pericolose anche le incursioni dei centrocampisti, in modo particolare quelle di Parolo, che spesso si è portato quasi sullo stesso piano di Klose. Nelle ultime due gare la Lazio non ha subito gol e ne ha segnati 5, ritrovando dal punto di vista mentale giocatori come Anderson e Candreva, due dei protagonisti assoluti lo scorso anno. Il principale pericolo per la Signora stasera potrebbe però essere un altro: la squadra di Inzaghi si trova ora in una condizione quasi “limbica”, a galleggiare in classifica a 48 punti. Se da un lato c’è la faccia da salvare, dall’altro c’è la consapevolezza che ormai il grosso è già perso. Ecco dunque che l’insidia potrebbe risiedere proprio in questa “demotivata spensieratezza”, pronta a portare i giocatori a giocare liberamente seguendo le intuizioni del nuovo mister.
BESTIA NERA – La Juventus inoltre non deve compiere l’errore di riposare sugli allori: l’ultima vittoria della Lazio risale al 2003, dal 2 a 0 all’Olimpico firmato da Fiore e Corradi. Da allora ben 16 vittorie e 6 pareggi per i bianconeri e in tutte queste sfide solo una volta la Juve non è andata a segno. Nei 71 precedenti in casa la Signora ha perso solo 8 volte e l’ultima sconfitta risale all’1-2 del 2002. Numeri impetuosi che lasciano poco spazio all’immaginazione, non sono però motivo per sottovalutare l’avversario. E’ vero, la Lazio in stagione è tra le più imprecise in zona gol (38% di precisione sotto porta, solo 3 punti in più rispetto al Frosinone) ma è anche vero che è tra le squadre più pericolose in contropiede, seconda solo alla Roma (quattro gol in ripartenza contro i 5 dei giallorossi). Caratteristica che conferma la miglior qualità della squadra: la velocità, soprattutto quella dei suoi esterni. Unita ad una giusta leggerezza mentale e ritrovata concentrazione, possono essere pericoli temibili per una squadra che sottovaluta l’avversario.
Evenienza, quest’ultima da non considerare minimamente. Perché finché la matematica non l’avrà decretato, non si sarà vinto ancora nulla.
This post was last modified on 21 Aprile 2016 - 09:30