5 settembre 2015. È il tredicesimo minuto di Portogallo-Francia e il sogno di Nabil Fekir, al debutto da titolare in nazionale, sta per finire: il legamento del ginocchio destro cede. Nove giorno dopo quel terribile infortunio, Fekir viene sottoposto a un intervento chirurgico: ci vorranno almeno sei mesi per rivederlo in campo, dice il comunicato del Lione.
Ecco: ce ne sono voluti otto, perché Fekir è tornato appena dieci giorni fa, contro il Montpellier: quattro minuti, per riprendere confidenza con il campo; poi altri sei con il Nizza, nell’ultima di campionato. E pensare che la stagione era iniziata col botto: quattro gol e un assist nelle prime quattro partite. Prima di quella maledetta amichevole che ha fermato la corsa del talentuoso attaccante francese, in cerca della conferma dopo la scorsa stagione.
È subito diventato un uomo-mercato, quest’estate: l’Inter ha fatto sul serio, senza concludere niente, ma anche la Juve lo ha seguito e lo segue ancora. Il Lione non ne ha voluto sapere, tanto da alzare un muro invalicabile: cinquanta milioni di euro, è stata la valutazione del gioiello di casa. E, quindi, Fekir è rimasto a Lione: il contratto in scadenza nel 2020 lo lega a doppio filo alla squadra dov’è cresciuto.
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