Stava dirigendo il centrocampo, con la solita eleganza: dettava i tempi, Marchisio, al ritmo del suo cuore bianconero. Poi, d’un tratto, le lacrime: amare, di rabbia e di dolore. Dolore, tanto: si è rotto il crociato anteriore. E rabbia, sì, perché un contrasto, un dannato contrasto come tanti altri, gli costerà moltissimo: lotta Scudetto, Europeo, magari pure parte della prossima stagione. E, chissà, pure un po’ di quella tranquillità che caratterizza il suo stile di gioco: a testa alta, sempre con quel passo compassato, mai domo.
Lo scontro con Vazquez – che non ha nessuna colpa, s’intende – gli ha spezzato la bacchetta magica, quella che con un incantesimo protegge la sua Signora dalle sconfitte. Così, all’improvviso, come quando un sole d’estate si nasconde dietro nubi minacciose. È che quelle nubi, col passare del tempo, si sono sempre più annerite: le voci si rincorrono, le paure aumentano, le ansie divorano. La tempesta è arrivata, dopo poco: l’esito degli esami è stato tremendo.
La Juve deve già ragionare, perché c’è da trovare un rimedio: Marchisio potrebbe rimanere fuori almeno sei mesi e salterebbe la preparazione estiva, quindi avrebbe pure bisogno d’altro tempo per ritrovare la condizione al rientro. Secondo quanto trapela, i piani della società erano di prendere un regista per riportare Claudio nel suo ruolo naturale, da dove può fare più male: quest’infortunio, comunque sicuramente serio, cambia le carte in gioco.
Non ci sono problemi, fino alla fine della stagione: manca davvero poco e, anzi, si potrebbe sperimentare qualche soluzione in vista del prossimo anno. Perché, ecco, è il futuro che preoccupa: senza Marchisio, infatti, la Juve è andata spesso in difficoltà; questione di leadership, ma pure di geometrie e corsa. E, quindi, ora il colpo a centrocampo sembra quanto mai necessario: se Gundogan è ormai del City, vanno trovate delle alternative.
Si potrebbe partire dalla conferma di Mario Lemina, intelligente tatticamente e dalle prospettive interessanti: il discorso con il Marsiglia parte da un riscatto elevato, intorno agli undici milioni di euro, ma ci potrebbero essere margini di trattativa – anche se c’è una data fissata per esercitare il diritto. Hernanes, quando ha preso posto in cabina di regia, ha invece deluso troppo spesso: il brasiliano piace in Cina e va ceduto.
E, poi, c’è quel Rolando Mandragora che potrebbe fare il grande salto dal Pescara: vuoi per necessità, ma anche perché la Juve ci crede e ci ha investito pesantemente. Ecco: se non si dovesse arrivare al grande nome, che dia qualità ed esperienza, meglio scommettere su quello che già c’è. Il caso di Hernanes, appunto, dovrebbe insegnare: comprare tanto per comprare è sempre dannoso. Ma ora come ora, obiettivamente, il mercato offre poco d’altissimo livello, senza che si debbano stravolgere le idee iniziali – un colpaccio in avanti, per cominciare.
Il sostituto di Marchisio può essere Mandragora: il Psg era sulle sue tracce, per riproporre quanto visto con Marco Verratti, a dimostrazione del suo talento. Deve farsi le ossa, potrebbe obiettare qualcuno, anche se alcune storie giocano a favore del giovane centrocampista: proprio quella di Verratti, magari, ma pure quella di Sturaro; stesso club di provenienza, entrambi con poca esperienza ad alti livelli e un grande potenziale da esprimere. Dopo sei mesi al Genoa, Stefano arrivò in bianconero e incantò con il Real Madrid; Rolando, chissà, potrebbe sapersi ritagliare il suo spazio in mezzo al campo.
A testa alta, come Marchisio. In bocca al lupo, Claudio!