Juventus sempre più “InnaMorata”: lo spagnolo ora è anche uomo-assist

Sarà che la benzina pagatagli da Simone Zaza abbia garantito degli effetti positivi. Ironia a parte, Alvaro Morata sta dimostrando una graduale crescita partita dopo partita. Che qualcosa fosse cambiata, specie a livello di testa, lo si era capito già al giro di boa del campionato. Più concentrazione, più concretezza. Ritorna anche a farsi notare quella meravigliosa capacità d’accelerazione palla al piede. Emerge pure qualche gol, sebbene in numeri piuttosto esigui per un calciatore come lui che – specie nei match clou – dovrebbe fare la differenza. Forse le marcature son venute meno. Di contro, però, il centravanti della nazionale iberica ha “cacciato dal cilindro” una qualità che pochi immaginavano potesse possedere: l’assist decisivo.

Ancora da scoprire completamente, dunque, l’intero repertorio del numero 9 bianconero. Del resto c’è tempo, la giovane età gli viene in suo soccorso (specie davanti ad alcuni gesti d’inesperienza, tipo l’ammonizione che contro il Palermo avrebbe benissimamente potuto risparmiarsi). I due passaggi decisivi effettuati contro i rosanero dimostrano, pertanto, un certo “fiuto”. Piazzare il pallone lì dove chi si appresta a calciare in porta lo desidera. Proprio come uno schiacciatore che nella pallavolo attende la mossa vincente dell’alzatore. Ebbene, i suggerimenti a Pogba e Padoin debbono venir letti in tale direzione. Passaggi decisivi, dettati mediante la giusta tempistica.

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Se poi questa caratteristica viene aggiunta alla sua velocità, ecco che la Juventus può architettare per il futuro un’arma, una “combo” vincente soprattuto  in vista delle prossime notti europee (nella stagione che verrà, ovviamente). Occorre migliorare, ad onor del vero, il carattere. Troppo caliente. Serve, in determinate fasi della gara, saper ingoiare qualsiasi rospo; dalla decisione errata dell’arbitro, alla provocazione di un avversario. Purtroppo, domenica prossima – causa squalifica – Morata sosterrà la “Vecchia Signora” dal divano di casa. Va bene l’attaccamento alla maglia, così come il temperamento focoso e agonistico. A tutto, però, c’è un limite. Alvaro lo capirà. Col tempo.

Paolo Panico

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