L’analisi tattica – Primavera Tim Cup: non basta la qualità. L’Inter vince con intensità e condizione

E’ Inter-Juve, la cornice è quella della grandi occasioni, il San Siro di Milano. Poco importa che in campo ci siano le squadre Primavera, poco importa che ci siano Manaj e Favilli e non Icardi e Morata. Nerazzurri contro bianconeri, la partita ha sempre un fascino unico. Il trofeo in palio, poi, ha contribuito a rendere ancora più unica la serata.

PRIMO TEMPO MEGLIO LA JUVE – Forte dell’1-0 maturato allo Stadium, l’Inter inizialmente aspetta, la Juventus prova a fare la partita. Così come sei giorni fa, quando i ragazzi bianconeri avrebbero meritato almeno il pareggio nella gara d’andaata. Grosso recupera Romagna e ritrova certezze in difesa, il resto è il solito 4-3-3 fatto di palleggio, qualità e sovrapposizioni incessanti. Gli strappi di Cassata e Macek in mezzo al campo sono oro che cola per le coppie laterali della Juventus, Lirola-Kastanos a destra e Zappa-Vadalà a sinistra. Il copione tattico è lo stesso dell’andata: i bianconeri provano a fare gioco, hanno spesso la gestione del possesso, prendono rischi nell’impostazione; i nerazzurri, invece, creano la loro identità di gioco sull’organizzazione tattica e la concretezza.

Nel primo tempo la Juventus gioca meglio, anche se l’Inter sa come rendersi pericolosa: Manaj e Zonta sfiorano entrambi il goal a metà della prima frazione di gara. I ragazzi di Grosso hanno più qualità, Lirola e Macek arrivano con una facilità incredibile nell’area avversaria, pennellando spesso assist di qualità per i propri compagni. L’andazzo per i bianconeri pare pericolosamente quello dell’andata: tante occasioni, nessun goal, troppi sprechi. Al 34′ Macek trova la giocata vincente e serve dalla destra Kastanos al centro: il classe ’98 cipriota è bravissimo a battere con un destro a giro Radu. Vantaggio meritato.

inter_juventus_primavera_spazioj_2NELLA RIPRESA SALE A GALLA L’INTER – Nella ripresa i ragazzi di Grosso calano, perdono intensità, qualità, cattiveria. L’Inter è un’altra squadra rispetto a quella vista nel primo tempo. La Juventus si schiaccia troppo, il pareggio era solo questione di tempo. E arriva infatti alla mezzora la rete di Manaj (manco a dirlo). Tecnica, potenza, fiuto del goal: il numero 9 nerazzurro conferma di essere un giocatore dalle potenzialità eccellenti. Dopo il pareggio dell’Inter, Grosso prova a dare un cambio di marcia ai suoi: dentro Toure per Bove e Di Massimo (un attaccante) per Zappa (un difensore). Cassata indietreggia a fare il terzino, è un 4-2-3-1 super offensivo quello della Juve. Effetti positivi sulla manovra offensiva, però, Grosso non ne ottiene.

All’88’ c’è un episodio che potrebbe cambiare l’inerzia della gara: Manaj punta un avversario in area, l’albanese cade in area. Per il direttore di gara è simulazione: il numero 9 nerazzurro era già ammonito, rosso per doppio giallo. La Juventus si sbilancia in avanti, ma il goal partita non arriva. Al 94′ Zonta, con Audero in area di rigore avversaria per tentare il tutto per tutto, appoggia in rete il goal del definitivo 2-1.

La Tim Cup Primavera 2016 è dell’Inter, ma onore ai ragazzi di Grosso, protagonisti di un torneo eccezionale.

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