Corrono, lottano, rifiniscono. E uno dei due quasi segna, ma la traversa e una mano di troppo gli negano la gioia del gol. Due seconde punte atipiche, di fisico e di classe, Morata e Balotelli: lo spagnolo gioca semplice e incide; SuperMario fa finalmente il suo, senza strafare e cadere in leziosismi.
Ecco, se c’è un punto in comune tra le prestazione dei due, è proprio l’efficace semplicità: niente giochi di prestigio, ma tanta sostanza. E, appunto, quando il rossonero ha iniziato a intestardirsi in inutili giochetti, è calato – pure per via della condizione da ritrovare, va detto.
La sua situazione ricorda un po’ quella di Morata, che a inizio stagione ha deluso: pensieri per la testa, forma fisica precaria e voglia di strafare; Alvaro aveva perso certezze, colpi e posti nelle gerarchie di Allegri. Certo, Balotelli è un “recidivo” e, forse, questa prestazione sarà un caso isolato, ma potrebbe aver capito qual è la strada da percorrere: niente fronzoli, testa bassa e lavorare.
Entrambi, grazie alla loro stazza, hanno apportato notevole fisicità ai rispettivi reparti offensivi: se Bacca è stato praticamente assente – tranne che per una conclusione – e Balotelli s’è sobbarcato l’attacco sulle spalle, Morata ha collaborato molto più attivamente con Mandzukic: l’assist per l’uno a uno, semplice nella sua difficoltà, lo dimostra. E la coppia bianconera, grazie ai centimetri del croato e all’atletismo dello spagnolo, ha messo spesso in difficoltà la retroguardia avversaria. Danno una sensazione di costante pericolo, che incute timore e pressione.
Potremmo rivedere questo duello a distanza in finale di Coppa Italia, chissà: Mario dovrà confermare quanto fatto vedere, mentre Alvaro sarà chiamato a prendersi un posto da protagonista, anche perché gli altri stanno vivendo un momento di leggera flessione (vedi Zaza). Intanto, Milan-Juve gli lascia nuove convinzioni: sono due da “grandi notti”, a Roma potrebbero deciderla loro.
This post was last modified on 11 Aprile 2016 - 13:25