Mancano poco più di 24 ore alla finale di andata della Coppa Italia Primavera, e in quest’anno d’oro per la nostra squadra giovanile non poteva che essere la Juventus una delle due finaliste. Dopo aver conquistato con merito e per la nona volta (record del Milan eguagliato) la Viareggio Cup, i ragazzi di Grosso si apprestano ad affrontare l’Inter per l’andata di quello che potrebbe essere il secondo dei tre principali trofei stagionali. Come si è spesso detto in questi giorni, essendo la Juve messa benissimo anche in campionato si potrebbe poi pensare di puntare a un clamoroso quanto storico “triplete Primavera”.
La storia recente della Juve sta tracciando il solco da seguire per tutte le altre squadre, e dopo aver consolidato i conti societari, aver costruito lo stadio di proprietà, aver aperto il centro J-Medical e la J-School e aver iniziato a seguire e in parte controllare i migliori giovani talenti italiani e stranieri sta perfezionando anche l’ultimo tassello mancante per essere davvero un top club a livello internazionale: avere la famosa “cantera” da cui attingere piccoli campioncini a costi oltretutto super contenuti che abbiano sangue bianconero fin sotto la pelle.
Il passato recente: il più fulgido esempio della bontà di questo lavoro lo abbiamo ancora in campo ed è il “capitano di movimento”. Dato per assodato che finché ci sarà i gradi spetteranno a Gigi Buffon, Claudio Marchisio è il giocatore che più incarna la Juventinità tra tutti quelli che abbiamo in squadra. La Juve è stata bravissima a sfruttare il terremoto del 2006 per estrarre dal cilindro della Primavera tre giocatori (De Ceglie e Giovinco insieme al Principino) che per anni sono stati più che utili alla causa, anche se con alterne fortune. Non è pensabile che tutta la rosa sarà in grado di fare il salto di qualità così come si è visto con i tre giocatori citati, ma di sicuro crescere all’interno della società e dell’ambiente fa meglio capire cosa si cerca e cosa si vuole. Marchisio ancora adesso è anima e cuore della squadra e per personalità non è secondo a nessuno, cosa che trasmette anche in campo ai compagni, e anche Giovinco e De Ceglie hanno lottato per anni per dimostrare di essere “da Juve”. Probabilmente solo sentendotelo dentro lo puoi volere anche contro tutto e contro tutti.
Il futuro che verrà: l’importanza della crescita interna, dello sviluppo embrionale nel grembo societario, si acuisce in due situazioni fondamentali. Intanto, il potersi allenare vicino quando addirittura non insieme ai campioni della prima squadra, condividendone l’erba, lo spogliatoio, la serietà e la concentrazione, l’atmosfera tutta di una società che soprattutto negli ultimi anni non lascia niente al caso. Mai come in queste circostanze lo spirito di emulazione e di voglia di emergere insito in tutti i giovani fa da propulsore per la voglia di vincere che cova, monta, si alimenta. E poi la possibilità, in condizioni particolari, di poter condividere la panchina quando il Mister della prima squadra ti chiama per qualche partita. Assaporare il campo anche solo dalla panchina della Juventus non può che essere motivo di orgoglio e di desiderio di rivivere quella sensazione. E di fare il passo oltre per essere in campo e non solo in panchina.
I protagonisti: domani sera, poi, una di quelle occasioni che possono far scattare l’ultima molla. La partita da giocare nello stadio dei “Grandi”, in quello che per i tifosi ormai è semplicemente lo Stadium, dove solo in questa stagione sono arrivati il Manchester City e il Bayern Monaco, e dove ogni anno arrivano Milan, Inter, Roma e Napoli… e soprattutto la nostra Juve. E allora spazio a voi, Del Favero, Favilli, Lirola, Romagna, Vadalà, Vitale, Kastanos, Cassata, Di Massimo, Blanco Moreno, Pozzebon e capitan Clemenza (che dovrà purtroppo fare il tifo da lontano a causa del brutto infortunio patito al Viareggio contro il Milan) e tutti gli altri meravigliosi ragazzi agli ordini di Mister Grosso, uno che di imprese se ne intende, uno che ha vinto un Mondiale da protagonista inatteso. Favilli ha già dimostrato tanto ed è stato spesso accostato alla prima squadra per le sue grandi doti di finalizzatore e di attaccante completo, Lirola è il futuro della fascia, Vadalà sta rendendo oltre le aspettative e sta facendo pensare che forse l’affare Tevez qualcosa di buono in eredità ce lo ha lasciato, Romagna si candida a diventare un pilastro difensivo per i prossimi 15 anni. Dimostrate ancora una volta a tutti quelli che vi vedranno, dagli spalti o in tv (c’è la diretta su Sportitalia), che siete voi davvero il futuro bianconero e che le basi sono più che solide per continuare a costruire una grande Juve. Domani sera saremo con voi allo Stadium a tifare quello che siete: la Juventus, giovanile, ma sempre la nostra Juventus. E il coro sarà anche per voi #finoallafine
Dario Ghiringhelli (@Dario_Ghiro)
This post was last modified on 6 Aprile 2016 - 20:37