Fin da quando le cose hanno iniziato a girare per il verso giusto e tutti si sono accorti della forza della Juventus di Fabio Grosso, tra gli addetti ai lavori ha iniziato a girare una voce: questa squadra può essere messa seriamente in difficoltà solo da Inter e Roma. Non a caso le squadre che comandano i rispettivi gironi. Le capoclassifica che fanno compagnia alla Juventus. Proprio i nerazzurri sono finiti sulla strada bianconera, come ultimo ostacolo tra Grosso e la Coppa Italia di categoria. Un confronto sfiorato al Viareggio, ma che si concretizzerà nella finale di domani, con ritorno in programma a San Siro la settimana prossima.
Ma perché l’Inter guidata da Stefano Vecchi (sulla panchina del club dal 2014) fa così paura? Prima di tutto per la qualità dei singoli, ovviamente. Come la Juve, i nerazzurri possono vantare una rosa di indiscusso livello, ma a fare ancora più paura sono la spaventosa forza fisica e l’esperienza. All’apparenza il gioco messo in atto potrebbe sembrare un banale palla lunga e pedalare, ma a un’occhiata più attenta si palesa tutt’altro. Tutti i movimenti sono studiati fin nei minimi dettagli, il lancio lungo è un modo diverso di costruire gioco, non un tentativo disperato di far succedere qualcosa. Vecchi ha creato un macchinario funzionale e letale, anche perché senza ciò non si arriva ad alti livelli.
Oltre ai due gioiellini, però, l’Inter ha anche altro da offrire. Ad esempio l’estremo difensore Radu, ma anche gli attaccanti Correia e Delgado. Da tenere sotto stretta osservazione anche Baldini e Bonetto, senza dimenticare l’atletismo di Bakayoko e le qualità dei due esterni di difesa Dimarco e Gyamfi. Insomma, i nerazzurri hanno parecchie preziose frecce nel loro arco, tanto che l’assenza di Pinamonti, squalificato, difficilmente si farà sentire.
A proposito di Bonetto, così il centrocampista ha presentato la partita di domani: “La Juve è una grande squadra, sarà una partita sicuramente sentita. E in più è una finale…Chiave tattica del match? Loro giocano molto bene la palla, quindi noi dovremo essere bravi nel pressing per poi andare in contropiede. Viareggio? Non dobbiamo più sbagliare come abbiamo fatto nei 15 minuti col Palermo, questo ci servirà da lezione per il futuro”.
Edoardo Siddi
This post was last modified on 7 Aprile 2016 - 08:56