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Sono sinceramente basito per l’utilizzo strumentale della sacrosanta squalifica comminata a Gonzalo Higuain.

Acclarato che l’arbitro ha sbagliato ad avvicinarlo, perché così facendo ha prestato il fianco alla fantasiosa e distorta interpretazione di un intento aggressivo e/o provocatorio che il “povero”, ancorché isterico giocatore argentino, ha voluto stoppare con una “lieve pressione” sul petto dello stesso, ogni giustificazione volta ad ammorbidire la sanzione ricevuta è del tutto infondata.

Al riguardo, è particolarmente ridicola la perorazione contenuta nell’editoriale odierno di P. De Paola che, in spregio alla normativa in essere, invoca per il “Pipita” la possibilità di partecipare alle prossime partite. Secondo l’ineffabile direttore di Tuttosport il verificarsi di detta eventualità decontaminerebbe il clima dalle mefitiche esalazioni emerse dai social e non depaupererebbe il duello fra i campioni di sempre e la sfidante occasionale dell’aura di soave bellezza di cui si è ammantato sino ad ora.

Ora, premesso che il suddetto giornalista si è ampiamente distinto, in passato, per titolazioni deliberatamente istigatrici di quei veleni che oggi tanto depreca, e premesso che la sfida tra Juventus e Napoli non è mai concretamente esistita, giacché, da quando i bianconeri si sono riconsegnati a una marcia in linea con le loro potenzialità hanno collezionato, a parità di gare disputate, ben quindici punti più della squadra partenopea, l’invocazione a ignorare quanto previsto dal protocollo giuridico-sportivo è un vero e proprio insulto al buon senso, all’intelligenza e financo al malcelato intento di conferire un’alea di bonaria sportività a una competizione che risulterebbe, in ossequio a un aggettivo che gli è particolarmente caro, davvero falsata.

Se da una parte appare chiara l’intenzione di non inimicarsi le simpatie delle turbe antijuventive, dall’altra, seppur in penombra, si stagliano comunque abbastanza nitidamente i contorni di un’autorete della quale perfino Comunardo Niccolai sarebbe stato fiero, perché la prima formazione a esserne danneggiata sarebbe proprio quella Roma così strenuamente coccolata in tempi neppure troppo lontani.

A prescindere da tutto questo, però, resta il fatto che nessun juventino capace d’intendere e volere accetterebbe supinamente l’ennesimo oltraggio a un regolamento che, guarda caso, si ritiene giusto manipolare ad arte ogni qualvolta la frustrazione dei perdenti ha esondato i limiti di guardia.

In punta di fatto, le lacrime, i guaiti, le revisioni artatamente contraffatte e i deliranti teoremi afferenti il censurabile episodio del quale è stato protagonista l’attuale idolo vesuviota, non occultano minimamente, anche se quello vorrebbero, la verità emersa sul prato della Dacia Arena di Udine, cioè che la compagine campana ha perso per molto merito dell’Udinese e moltissimi demeriti propri; alcuni contingenti, altri maturati e deflagrati nel momento meno opportuno, a seguito di una tensione interna alimentata fino all’implosione da un ambiente storicamente versato all’addebito a terzi di manchevolezze tutte sue.zalayeta

La classifica è sempre veritiera. Lo era quando la Juventus stazionava nelle acque lutulente del suo lato destro e lo è oggi che la vede primeggiare con un margine destinato ad ampliarsi. Il motivo è tanto semplice quanto difficile da accettare: è la squadra non solo più forte, ma anche migliore; in ogni singolo anfratto della sua struttura, sportiva e societaria.

Quanto al capocannoniere del torneo, ribadisco quanto affermato ripetutamente in varie sedi: è un eccellente giocatore, ma non un fuoriclasse assoluto. Affatto casualmente, quando l’asticella si alza lui inciampa. Ricordiamo tutti la pessima figura rimediata nella finale di Coppa del Mondo, i rigori decisivi sbagliati la stagione scorsa sia in campionato che nella Uefa Europa League piuttosto che l’ectoplasmatico contributo apportato alle sue varie squadre allorché il gioco si fa duro. Nei veri top player il funzionamento della testa è sempre in armonia con le estremità inferiori; a Napoli dovrebbero saperlo, è il segreto di Pulcinella.

È pertanto umanamente comprensibile che la consapevolezza di terminare l’annata agonistica con “zero tituli”, dopo aver disputato la stagione della vita, abbia indotto la reazione che conosciamo; ma non è un’attenuante, così come non dovrebbe esserlo il fatto di chiamarsi Higuain anziché, ne cito uno a caso: Zalayeta.

Cionondimeno, potete scommetterci, la punizione sarà ridotta di una giornata, con buona pace di chi dovrà accontentarsi soltanto di una piccola violazione alle regole…

Ezio MALETTO ( Twitter @EzioMaletto )

This post was last modified on 6 Aprile 2016 - 18:38

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