La partita il sabato sera non è affatto male. Ti lascia libero tutto il giorno e ti libera anche la domenica, dove basta un orecchio distratto alla radio o un occhio furtivo allo smartphone per sapere cosa fanno “gli altri”. C’è da affrontare quell’Empoli che per lunghi tratti del campionato è stato la vera sorpresa dell’anno, arrivando a ridosso del Natale con addirittura più punti della squadra definita miracolosa dell’anno scorso quando alla guida dei Toscani c’era Sarri. In più, c’è da onorare il meraviglioso e meritatissimo record di Buffon, ottenuto e purtroppo anche interrotto fuori casa nel derby di due settimane fa. La Sud non si fa scappare l’occasione, e scrive un semplicissimo quanto impattante “GIGI” ovviamente in bianconero, con sopra uno striscione che recita “c’è solo un numero uno” che tante volte gli abbiamo cantato in questi anni. Applausi da brividi e standing ovation di tutto lo stadio, lui alza la manona girando su se stesso e ringrazia ogni settore.
La partita: squadre che entrano in campo con una contro sorpresa: Allegri decide che Marchisio sta sufficientemente bene da rischiarlo subito nonostante il Milan la prossima settimana, probabilmente conscio anche lui che la defezione contemporanea di Claudio e Khedira oltre che di Bonucci dietro potrebbe destabilizzare troppo le fondamenta della squadra. Spazio anche a Pereyra, nel tentativo di recuperarlo, mentre dietro Barzagli gioca in mezzo, con Rugani e Chiellini di fianco, Evra e Lichsteiner sulle ali, e con Morata titolare al posto di Dybala. Gli spalti son pieni nonostante la bruciante sconfitta col Bayern sia ancora ben fresca nella memoria: il popolo bianconero ha voglia di Juve e di sostenerla, come sempre, fino alla fine. Il primo tempo in realtà è piuttosto noioso, la Juve parte bene ma non gioca benissimo. Lo aveva detto il Mister, nelle partite dopo la pausa per le Nazionali i giocatori sono spesso più stanchi che dopo i turni di Coppa, soprattutto aggiungiamo noi se è
Il secondo tempo: l’intervallo è accompagnato da commenti non proprio entusiastici, la partita non è memorabile e si spera in qualcosa di meglio nel secondo tempo. Cosa che in effetti avviene perché la Juve cambia un po’ marcia e tiene molto di più il pallino del gioco, con Pogba che cresce ulteriormente, Morata che continua a galoppare in spazi che si crea da solo, Marchisio che in cabina di regia ha pochi eguali, Rugani che fa una partita eccezionale davanti ai propri ex compagni non sbagliando un intervento. Si spera nel secondo gol per vedere gonfiarsi la rete anche sotto la Nord e soprattutto per stare sereni fino a fine partita, ma non arriverà, così come non arriveranno nemmeno grossi patemi per Buffon. Gli ingressi di Zaza e Asamoah movimentano un po’ l’attacco e l’azione più importante vede in meno di dieci secondi un tiro al volo di Morata, un miracolo di Skorupski sulla ribattuta di Asamoah e un tentativo di sforbiciata di Zaza dal limite che si spegne tra le braccia del portiere. Poco prima anche Pogba aveva lasciato tutta la Nord a bocca aperta con un tentativo in torsione a scavalcare il portiere che era uscito di pochissimo.
Non succederà più nulla, la Juve vince crescendo nel secondo tempo come spesso le succede, noi andiamo a casa felici, con Gigi festeggiato a dovere e un tifoso che provoca: “mancano 800 minuti al prossimo record”. Questo è lo spirito che ci piace. Il minicampionato di otto giornate è iniziato nel migliore dei modi, e se con la primavera si sveglia anche il nostro gigante buono, potremo dormire sonni tranquilli.
Dario Ghiringhelli (@Dario_Ghiro)
This post was last modified on 3 Aprile 2016 - 21:23