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La Vecchia Signora fatica, ma non rallenta

A prescindere dalla caratura dell’avversario, il ritorno alla routine domestica dopo la pausa imposta al campionato dagli inutili impegni delle rappresentative nazionali, è sempre abbastanza complicato.

Vieppiù per la Juventus, che ad esse garantisce da sempre una fornitura cospicua ricevendo in cambio soprattutto fastidi, nell’occasione aggravati dalle sanzioni disciplinari rimediate durante l’ultima stracittadina e da un florilegio d’infortuni muscolari alla cui sfortunata incidentalità, a questo punto della stagione, anche il più efferato dei mardochei dovrebbe aver smesso di credere e sul quale, la cortina fumogena stesa dalla Società, è degna della censura praticata nei paesi sottoposti alla piaga del socialismo reale.

Ciononostante, la Vecchia Signora ha vinto ancora, ed è riuscita nel suo intento a dispetto delle molte carenze, contingenti e strutturali, che le scelte cervellotiche dell’orecchiante di bordo campo hanno ingigantito al limite del ridicolo infliggendo alla formazione iniziale la distopica presenza di Pereyra e dell’inguardabile Mandžukić.

L’autopenalizzazione ha esaltato oltre misura la disposizione accorta, ordinata e puntigliosa dell’Empoli, che pur potendo banchettare senza particolari difficoltà nella terra di mezzo, si è comunque dovuto arrendere; prima alla propria incapacità di pungere e poi alla casualità di una rete bianconera sgorgata dal talento del tersicoreo di Francia, che ha collocato sulla testa dell’attaccante croato un invito al quale nemmeno il Pacione dei tempi andati avrebbe potuto sottrarsi.

Poco gioco e il solito scollamento tra un reparto mediano già in ambasce per conto proprio e l’attacco, che Morata, in condizioni fisiche peraltro brillanti, ha cercato di ricucire con accelerazioni individuali, rigorosamente a testa bassa, puntualmente immolatesi sull’altare della sua inguaribile e proverbiale ostinazione nella ricerca del tiro da posizioni improbabili e/o della scarsa propensione alla giusta misura nell’appoggio verso il compagno meglio appostato, hanno caratterizzato un incontro “portato a casa” esprimendo uno sforzo inversamente proporzionale a quanto recitato dal tabellone al triplice fischio dell’indisponente sig. Calvarese della sezione di Teramo.

La partita, globalmente molto ciabattata, oltre ai tre preziosissimi punti che imporranno all’occasionale inseguitrice il mantenimento di un ritmo chissà per quanto ancora sostenibile, ha comunque ribadito la solidità di un complesso che, tuttavia, stenta non poco a concretizzare la propria manovra, tanto per la congenita renitenza a una circolazione della palla meno compassata, per la quale, invero, occorrerebbe una cifra tecnica generale ben più elevata, quanto per l’assenza di un vero e spietato fromboliere che la concluda; una lacuna estremamente seria che né il damerino spagnolo né l’ariete croato sono e saranno in grado di colmare.

Nell’ambito di un’esibizione sulla quale sarebbe pure ingeneroso indugiare ulteriormente, sono comunque emerse due particolarità decisamente positive: la gestione meno affannosa dei minuti minuti finali e la prestazione decisamente positiva di Daniele Rugani, che scrollatosi di dosso timidezza e titubanze si è distinto per la lucida sicurezza con cui ha posto le sue indubbie qualità al servizio delle retrovie zebrate.

La fioritura del giovanotto giunge quanto mai opportuna, perché propedeutica alla compattazione di una retroguardia che per l’indisponibilità di Caceres, l’inaffidabile efficienza fisica di Chiellini e la salute purtroppo ballerina di Barzagli, sta cronicizzando uno stato d’emergenza nemmeno del tutto imprevedibile.

Archiviata la pratica empolese, per completare con successo l’ennesima corsa al tricolore la Juve dovrà affrontare altre sette fatiche, non propriamente apparentabili a quelle di Ercole, ma per diverse ragioni, quasi tutte insidiose.

Come sempre, però, l’unica vera minaccia non proverrà dall’esterno, giacché l’esito dei futuri impegni sarà strettamente correlato alla disposizione mentale con la quale Madama sfilerà sul rettangolo verde. Se sarà quella corretta, lo Juventus Museum dovrà provvedere all’ennesimo ampliamento…

Ezio MALETTO ( Twitter @EzioMaletto )

This post was last modified on 3 Aprile 2016 - 13:55

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