Quando parla, si sa, tutti stiamo ad ascoltare. Anche in Francia è così. Gianluigi Buffon parla al mensile francese “So Foot“, trattando molti dei temi che hanno caratterizzato la sua carriera e la sua vita. Buffon offre sempre un’analisi illuminante del mondo del calcio, capacità data forse dalla sua enorme esperienza e dal ruolo in campo che gli permette di osservare e riflettere molto. Ecco quanto riportato sull’edizione cartacea de “La Gazzetta dello Sport“:
SULLA DEPRESSIONE – Mentalmente forti come Buffon, appunto, che però nel 2003 fece i conti con la depressione: “A 26 anni capii che finiva l’età della spensieratezza e questo passaggio all’età adulta provocò quel che ho vissuto. Ma non presi medicine perchè non voglio essere dipendente da niente e nessuno”. La guarigione arrivò in campo, all’esordio contro la Norvegia all’Europeo del 2004: “Ero molto angosciato e invece un po’ per talento e fortuna feci una buona partita. Finì 0-0, ma ero contento perchè avevo risolto il mio problema“.
SUL FUTURO – “Anche se mi offrissero il doppio dello stipendio altrove, io resto a vita alla Juve. Farne parte mi rende fiero. Perchè ha un valore. E certi valori oggi sembrano essere fuori moda. (…) Voglio giocare a questi livelli fino ai quarant’anni, poi basta”. Possibile futuro da c.t.: “Osservo Usa e Cina, nazioni dal grande potenziale che tra una dozzina d’anni potrebbero vincere”.
Simone Dinoi
This post was last modified on 31 Marzo 2016 - 15:00