Juventus cannibale, insaziabile, esempio mirabile di programmazione che partorisce trionfi. Se Andrea Agnelli raddoppia il fatturato nei suoi cinque anni di gestione, se Conte-Allegri portano titoli a ripetizione in bacheca, il duo Marotta-Paratici è la fabbrica delle idee di mercato che hanno costruito una rosa capace di non sfigurare contro nessuno in Europa, di primeggiare ancora in Italia.
Affaroni, giovani prospetti, scommesse vinte, parametri zero che poi valgono decine di milioni, e naturalmente campioni affermati. Se poi i due ultimi elementi coincidono, campioni già affermati portati a Torino a costo zero, ecco che si capisce perchè la Juventus abbia dominato in Italia nell’ultimo quadriennio e sia probabilmente destinata a ricollocarsi stabilmente tra le migliori d’Europa. Grandi protagonisti, ovviamente, Giuseppe Marotta e Fabio Paratici, rispettivamente amministratore delegato (nonché dg) e direttore sportivo della Vecchia Signora, uomini mercato che nelle precedenti sessioni hanno già messo sotto contratto, sempre senza scucire un euro per il cartellino, i signori Pirlo, Pogba, Llorente e Coman. E alla lista delle intuizioni geniali potremmo aggiungere sostanzialmente anche Andrea Barzagli, prelevato nel gennaio del 2011 dal Wolfsburg per soli 300mila euro più bonus. L’ultima scommessa vinta, in ordine di tempo, porta il nome di Sami Khedira. Non uno qualunque, un centrocampista straordinario.
Nato a Stoccarda nel 1987, il tedesco di origine tunisina è un incontrista che fa della forza fisica la sua qualità migliore: alto 1.89 cm per 85 kg di peso, abilissimo nello spezzare il gioco altrui e nel far ripartire la squadra con rapidi passaggi in verticale. Nonostante la stazza fisica, è dotato di piedi educati che gli consentono di disimpegnarsi senza affanno dalle situazioni di raddoppio di marcatura, impostando ed accompagnando l’azione offensiva con una discreta visione di gioco e con una buona capacità di inserimento, lo testimoniano i quattro goal già messi a segno in questa stagione con la maglia bianconera.
Khedira sbarca a Vinovo dopo un periodo costellato di guai fisici: proprio come Pirlo, scartato dal Milan nel maggio del 2011 dopo un “annus horribilis” dal punto di vista della tenuta. E, proprio come il professore barbuto, Sami arriva con una Coppa del Mondo in bacheca, portando in dote un ottimo bagaglio anche a livello di club: 1 Liga, 2 Coppe del Re, 1 Supercoppa di Spagna, 1 Champions League, 1 Supercoppa UEFA, 1 Mondiale per club. Khedira rappresenta sicuramente un valore aggiunto per la Juventus, che non a caso gli ha fatto sottoscrivere un quadriennale. Durata ragionevole per un classe ’87 di respiro internazionale, ma assolutamente in cerca di riscatto. I problemi fisici non hanno comunque abbandonato del tutto il centrocampista tedesco, le presenze sono ventitré, le assenze ventuno. Bisogna però soffermarsi con attenzione su quel ventitré: in queste partite contiamo tre pareggi, la sconfitta di Monaco e ben 19 vittorie. Numeri che testimoniano in modo chiarissimo quanto il tedesco sia fondamentale per la Juventus.
Insomma, Sami Khedira al primo anno in bianconero ha conquistato tutti. A Torino ha portato qualità, esperienza, forza di volontà. A convincere i vertici della società di “Corso Galileo Ferraris” è sicuramente intervenuta l’internazionalità del profilo, l’occasione era troppo ghiotta per non essere sfruttata e i dirigenti bianconeri sono stati fenomenali a battere sul tempo l’agguerrita concorrenza. La scommessa, dunque, è stata vinta, ancora una volta. La Juve ha dato spazio e fiducia ad un campione bisognoso di rialzarsi. Certo, la mentalità da vincente lui ce l’ha sempre avuta, nel DNA, forse per questo in bianconero si è trovato subito benissimo.
Luca Piedepalumbo