Il fato sa essere terribilmente bastardo. Non ci sono altri modi per dirlo. Quanto accaduto a Luca Clemenza sul terreno di gioco di Viareggio è un perfido scherzo del destino difficile da accettare. In un normale movimento di gioco, fatto migliaia di volte alla settimana, il ginocchio del numero 10 della Primavera bianconera ha fatto crack. Luca è rimasto a terra, dalla sua espressione si è subito capito che poteva essere qualcosa di grave e l’uscita in barella, in lacrime, ha fatto aumentare la preoccupazione. Poi, la risonanza ha dato il triste responso: rottura del crociato. Stagione finita e inizio di un calvario.
Chiunque abbia visto giocare Luca almeno una volta non può non restare colpito dalla notizia. Dispiace, si impreca per un ragazzo che deve stoppare la sua corsa proprio in un momento così importante, quando, giorno dopo giorno, il sogno di una vita stava iniziando ad assumere contorni sempre più reali. La notizia è difficile da metabolizzare, ma la tristezza deve far compagnia solo per qualche istante, perché poi arriva il momento di pensare al futuro. E il futuro si affronta a testa alta, con la voglia di renderlo splendido.
È già il momento di pensare al ‘poi‘. Il momento di farsi forza e superare il bruttissimo ostacolo, trasformare l’incidente in una prova di forza, non certo nella fine. La parola fine non deve esistere. Luca, non è cambiato niente. Stringi i denti e fatti coraggio, lavora, fissa l’obiettivo e combatti contro tutto. I sogni sono ancora lì, alla tua portata. Il tuo talento cristallino resta, ciò che hai imparato in questi anni resta, la tua forza non andrà via. Combatti per te e per chi si è innamorato del tuo modo di giocare a questo meraviglioso sport. Fallo perché noi ti aspettiamo. Vogliamo rileggere il tuo nome tra i marcatori, attendere la tua prossima prodezza, scoprire cosa sarai in grado di costruire.
Tutti gli amanti del calcio si stringono intorno a te, non importa la fede calcistica. È solo uno sfortunato contrattempo, un ostacolo che saprai superare. E la tua ’10’ sarà lì, pronta a essere nuovamente indossata dal suo legittimo proprietario. Non è retorica, non è nemmeno una richiesta. È una pretesa, perché sappiamo che puoi farcela . Forza, Luca.
Edoardo Siddi