La trasferta più breve della stagione si è conclusa con la prevedibile, ma non banale vittoria della Juventus.
L’insidia più inquietante che il turno di campionato testé archiviato le proponeva esulava completamente dal trascurabile valore dell’avversario, dal consueto obbligo di raccogliere il bottino pieno e dalla necessità d’impreziosire il curriculum vitae di G. Buffon, la cui effige campeggia nel pantheon del pianeta palla già da tempo, con meriti anche statistici;
no, nulla di tutto questo, il vero pericolo da scansare era un altro, decisamente più impalpabile e potenzialmente venefico, cioè: la non trascurabile eventualità che le tossine psicologiche accumulate sulle rive dell’Isar potessero, per quanto inconsapevolmente, intorbidire l’efficienza bianconera in misura non bastevole al disbrigo di una pratica altrimenti molto convenzionale.
Ebbene, tale evenienza, temuta o sperata da chi avrebbe potuto trarne vantaggio non si è verificata e Madama, pur concedendosi a inizio ripresa un quarto d’ora di ordinaria confusione, ha comunque rastrellato un piatto sporcato soltanto dalla scheggiatura infertagli dal “Sivorino” con un crack presumibilmente evitabile.
La partita, spogliata dall’aura mitologica che ancora oggi, peraltro ingiustificatamente, ammanta gli incroci tra la Regina d’Italia e la pittoresca valletta che per mere questioni di cittadinanza si giova della sua ombra, è stata sostanzialmente modesta; per ragioni proprie, che lo spettacolare interludio settimanale proposto dalla Uefa Champions League ha vieppiù enfatizzato. Una di queste, non certamente l’unica o la principale, è ascrivibile alle immonde condizioni del manto erboso dell’ex stadio Comunale di Torino.
Poco calcio e ritmi dopolavoristici sono quanto proposto dalle compagini in un tempo d’apertura nobilitato dal tersicoreo d’oltralpe con l’ottima esecuzione di un calcio piazzato che però, stante la conclamata, scarsa reattività di Padelli, richiedeva solo la collocazione entro il perimetro di porta e reso quasi comico dalla facilità con cui Khedira, non esattamente uno sprinter, caracollando indisturbato per metà campo è giunto al punto in cui poter trafiggere l’estremo difensore taurino guardandolo negli occhi.
Da parte bianconera non era lecito pretendere oltre. Del resto, come noto, quando le contendenti si dispongono a specchio la diversa qualità degli interpreti emerge ancor più nettamente, se poi, in aggiunta alla preclara inferiorità tecnica, quella svantaggiata denuncia pure gravissime carenze organizzative e caratteriali, diventa surreale ogni ipotesi che non preveda un’inesorabile mattanza.
Probabilmente fuorviata dall’inesistente resilenza ostile, la capolista, come sopra accennato, ha espresso un approccio al secondo tempo abbastanza rilassato, che mal si è coniugato con un rigurgito d’orgoglio granata reso effervescente dalla concessione di un penalty tanto discutibile quanto scioccamente provocato.
L’agitazione quasi parossistica subentrata negli zebrati dopo la trasformazione di Belotti, ancorché inspiegabile, poteva costar loro carissima, giacché solo in virtù di una fra le molte decisioni sbagliate su entrambi i versanti dal sig. Rizzoli di Mirandola i soldatini di Ventura non hanno provvisoriamente pareggiato il conto.
La scampata rimonta ha generato il duplice effetto di scuotere gli Acciuga boys e stendere un sudario di depressa rassegnazione sulla formazione di casa che, inerme, si è consegnata mestamente alla resa incondizionata dettata dalle prodezze di Pogba e Morata.
A prescindere dalle suggestioni e/o congetture formulate con il senno del poi, di cui sono stracolme le fosse e che non escluderebbero dall’esercizio parecchie rimostranze di sponda juventina, le gare devono essere valutate nella loro interezza e, in forza di questa, ogni contorsionismo dialettico volto a delegittimare l’indiscutibile congruità del risultato finale, per quanto lirico o apparentemente autorevole, dovrà essere considerato un volgare tentativo di mistificare la realtà.
Una tantum, l’avvento della pausa indotta dagli impegni che coinvolgono le rappresentative federali sarà propedeutico anche alle esigenze dei campioni in carica, con l’ovvio auspicio che l’ imminente festività pasquale si sveli serena e “Santa” anche per i convocati bianconeri di tutte le bandiere…, per il momento: Pogballeluia!
Ezio MALETTO ( Twitter @EzioMaletto )