Distaccandoci per un attimo dai temi caldi del post-derby della Mole – tra i quali tattica, realizzazioni, episodi da moviola – preme prendere in esame la prova di Mario Lemina ed analizzare il percorso in bianconero del talento classe ’93.
Con l’assenza pesante di Marchisio e i 120′ giocati da Hernanes in Champions League, mancava il faro del centrocampo bianconero. La soluzione ideale, azzeccata e forse più logica, è stata trovata in Lemina che ha saputo assemblare un centrocampo con Khedira e Pogba. Nei panni del “playmaker” basso ha saputo coordinare la fase di impostazione delle trame di gioco juventine, abbinando a una poderosa fase di interdizione ed intercettamento della sfera leggendo ampiamente prima lo sviluppo delle azioni avversarie. Caparbio, cattivo, tenace, si è calato nella parte del “mastino” dando la caccia a chi provava a guadagnare metri in mediana. Nonostante la giovane età è un centrocampista completo, abile nelle due fasi (lucido e sveglio nella gestione del possesso) e di grande personalità. Mixare una finissima qualità ad una quantità esuberante è una dote di pochi e Lemina ne è consapevole: potenzialmente è un calciatore che sta completando il suo processo di maturazione ed è pronto ad affacciarsi nel palcoscenico del calcio mondiale.
CARTELLINO E MERCATO – L’operazione che lo fece giungere a Torino prevedeva il prestito oneroso (1 mln) e il riscatto fissato a circa 9 mln. La dirigenza bianconera lavora per portarlo definitivamente in bianconero a partire dalla prossima stagione: fondamentale sarà la tenuta fisica delle prossime gare, unico nodo del futuro del 23enne di Libreville. La forza del ragazzo è dimostrata appunto da un dato curioso: Lemina ha solo 7 presenze nella Juve ma è l’idolo dei tifosi e un pupillo della società. La cifra potrebbe rivelarsi irrisoria data la crescita esponenziale del calciatore: in pochi mesi non sarebbe impensabile avere in rosa un autentico campione.
Simone Di Sano
This post was last modified on 21 Marzo 2016 - 12:51