Ha avuto a lungo la nomea di juventino, tanto che è stato uno dei principali protagonisti – mediatici – di Calciopoli: “Tifavo Inter”, ammise qualche tempo fa. Eppure Massimo De Santis ha dovuto appendere il fischietto al chiodo, per quello scandalo, ma non ha perso la passione per il calcio: “Questo campionato ci sta appassionando, grazie alla presenza del Napoli”, ha detto ai microfoni di ‘Radio Crc’.
La sua era una grande generazione di direttori di gara, come ha ripetuto in passato, ma anche quella odierna ha i suoi fiori all’occhiello: “Se faccio un’analisi tecnica, ritengo Rizzoli un buon arbitro, che ha avuto più gratificazioni anche grazie all’uscita di Paparesta; Orsato mi piace molto di più, soprattutto sotto l’aspetto del carattere: lascia giocare, perché ha grande personalità e se lo può permettere; Celi, a volte, lascia passare, perché non vede certi falli”.
La svolta decisa dall’International Board, che ha dato parere favorevole all’uso della moviola in campo, aiuterà sicuramente gli arbitri. Più d’ogni altro tentativo precedente: “La tecnologia? Credo che gli arbitri di porta siano stata un’innovazione fallimentare, ma sono sempre stato propenso al colloquio in campo”, ha commentato De Santis. “Forse anche per questo sono stato coinvolto in Calciopoli”.
Un processo che gli ha cambiato la carriera, ma non solo: “Quell’errore in Juventus-Parma mi ha segnato per la vita”, ricorda. Feci un errore sull’errore: un arbitro di Roma non poteva arbitrare quella partita, lo dissi anche al designatore e col senno di poi mi sarei rifiutato”.
“Al 90esimo ho sbagliato dando il calcio d’angolo, ma con l’esperienza acquisita, nell’indecisione, avrei dato rimessa. Con quell’episodio mi sono portato dietro la nomea di juventino. Anche di fronte all’evidenza: nel 2004-2005, la stagione oggetto del processo, se la Juventus non vinse il campionato è perché con me perdeva sempre“.