Venerdì 11 marzo, Juventus Stadium. Durante la partita Juventus-Sassuolo un coro si alza in maniera chiara e netta. Il testo è: “Portaci, portaci, portaci a Milano, oh Max, portaci a Milano”. L’analisi del coro è semplice: i tifosi bianconeri chiedono al loro condottiere Max Allegri di portare la sua squadra fino alla finale di Champions League del 16 marzo a Milano. Un coro così semplice, ma che di fatto chiede molto alla squadra.
145km DI DISTANZA – Ovvio, se la richiesta di portare la squadra a Milano fosse presa in maniera letterale, il compito di Allegri sarebbe facilissimo: basterebbe un bus su cui caricare tutta la squadra e viaggiare per 145km sull’Autostrada A4 chiamata, non casualmente, Torino-Milano, e l’obiettivo richiesto dal coro sarebbe raggiunto. Il problema per Allegri è che il coro non va preso in maniera letterale, bensì ha un significato preciso: la finale di Champions League 2015/2016 si terrà allo stadio “G. Meazza” di San Siro in Milano e i tifosi vogliono esserci insieme alla squadra per cercare di conquistare l’ambito trofeo. Ed è qui che il tragitto Torino-Milano, così semplice sulla carta, diventa molto arduo!
UN VIAGGIO INIZIATO A SETTEMBRE – Pensate, cari lettori, che la partenza da Torino per Milano è partita addirittura a settembre dell’anno scorso, quando la Juventus ha giocato la prima partita del girone eliminatorio addirittura in Inghilterra, a Manchester, contro il Manchester City. Poi il ritorno a Torino con le due gare casalinghe contro Siviglia e Borussia Moenchengladbach e, infine, le due trasferte in terra spagnola e tedesca, per il ritorno contro le squadre sopra citate. Si è arrivati, dunque, in un batter d’occhio a dicembre: Juve qualificata come seconda del proprio girone e viaggio a Nyon (stavolta da parte della dirigenza) per scoprire l’avversario da affrontare agli ottavi di finale. Quel giorno l’urna non fu favorevole ai bianconeri che pescarono il Bayern Monaco, la corazzata tedesca di Guardiola che, al terzo anno, vuole portare in Baviera la coppa dalle grandi orecchie. Lo scorso 23 febbraio si sono scontrate allo Juventus Stadium, concludendo il match sul 2-2.
UNA FETTA DI MILANO PASSA DALLA BAVIERA – Il ritorno è stato fissato il giorno 16 marzo, ovvero tra due giorni, quindi non è un caso che i tifosi abbiano cantato il sopra citato coro venerdì, a pochi giorni dalla supersfida. Tutti nell’ambiente Juve, dirigenti e allenatore, squadra e tifosi, sono consapevoli che una grande fetta di possibilità di arrivare a Milano passa proprio dalla trasferta in Baviera, perché battere i tedeschi vorrebbe dire dare un messaggio forte alle altre squadre, e sarebbe un’iniezione di autostima per la stessa Juve. Ovvio, battere il Bayern non significa arrivare sicuramente a Milano ma, come dicevo, sarebbe un messaggio forte a tutte le squadre europee.
Noi non siamo veggenti, non facciamo pronostici e, soprattutto, non diciamo gatto se non ce lo abbiamo nel sacco. La partita di mercoledì sarà difficilissima ma, se la Juve dovesse riuscire nell’impresa, Milano sarebbe sicuramente più vicina. La speranza, ovviamente, è che il viaggio verso San Siro, se dovesse continuare, continuasse attraverso Lisbona o Madrid, e non sicuramente attraverso Barcellona o Parigi. Ma per questo citiamo la famosa canzone: “Lo scopriremo solo vivendo”.
Simone Calabrese