“Juve a -11“, “Allegri nel baratro“. Più o meno così aprivano i siti e i quotidiani all’indomani della sconfitta della Juventus contro il Sassuolo. La quarta nelle prime 10 giornate di Serie A. I bianconeri sprofondavano mentre la Roma allungava il suo distacco dai Campioni d’Italia. Un girone dopo sarà ancora Juventus contro Sassuolo, questa volta allo Stadium con una colonna sonora del tutto diversa.
Al Mapei Stadium i bianconeri scesero in campo con questa formazione: Buffon, Bonucci, Chiellini, Alex Sandro, Barzagli, Pogba, Lemina, Cuadrado, Sturaro, Dybala, Mandzukic. Un 4-4-2 che non portò i frutti sperati e che vide l’espulsione di Chiellini al 39′. Lo sbaglio di Allegri fu quello di inserire nella stessa partita, troppi giovani che ancora non si erano marchiati a fuoco il significato di essere alla Juve. Come Alex Sandro e Lemina, che col tempo poi, sono divenuti fondamentali nella rosa bianconera.
Ad un girone di distanza, esattamente 130 giorni dopo, i nomi potrebbero cambiare. Almeno in parte: classico 4-4-2 con Buffon; Lichtsteiner, Bonucci, Barzagli, Alex Sandro; Cuadrado, Marchisio, Khedira, Pogba; Dybala, Mandzukic. Cambiano alcuni interpreti, ma non la mentalità della squadra. Squadra che ha mostrato di avere gli attributi, quelli chiesti da Buffon ed Evra nel post gara col Sassuolo. Questione d’orgoglio, di spogliatoio. Questione di testa, grinta e di quella voglia matta di inseguire il quinto scudetto di fila.
Buffon ed Evra, ma anche Allegri e i tifosi della Juventus, hanno ottenuto quanto chiesto e da novembre in poi hanno assistito ad una vera e propria metamorfosi. Non della squadra, non dei giocatori. Quelli sono rimasti gli stessi. Ciò che è cambiato sono la gestione del gruppo e della partita, delle forze fisiche e mentali. Sono cambiati anche i moduli: 3-5-2, 4-3-3, 4-2-2 o 4-3-1-2 poco importa. I risultati sono sotto gli occhi di tutti.
“Juve a -11“, “Allegri nel baratro“. Più o meno così aprivano siti e quotidiani. Quella è storia ormai, storia diventata presente per un futuro targato scudetto, targato tricolore. Ancora una volta. La musica è cambiata.
Michele Ranieri
This post was last modified on 9 Marzo 2016 - 11:22