Se il campo ha poi regalato grandi emozioni per i tifosi bianconeri, la vigilia di Juve–Napoli sarà sicuramente ricordata per le infinite polemiche arbitrali: una settimana di illazioni e complottismi, che ha raggiunto il culmine con l’infortunio occorso a Nicola Rizzoli, uno dei fischietti inseriti nella lista dei papabili per il big match, affidato infine a Orsato.
Dopo tante voci – secondo qualcuno, l’infortunio era sospetto -, Rizzoli ha deciso di dire la sua al ‘Corriere di Bologna’: “La rabbia è per essermi fatto male in un momento importante del campionato e delle coppe europee”, ha detto. Giusto per sgombrare il campo dalle supposizioni dei più audaci.
“Noi arbitri siamo a tutti gli effetti come i giocatori, la parte atletica è la stessa”, ha continuato. “Poi c’è la parte di studio che invece ci avvicina agli allenatori: studi le tattiche, le situazioni di gioco, i movimenti; è su questo aspetto che il nostro studio è simile a quello dell’allenatore”, ha quindi spiegato. “È importante per anticipare le situazioni che possono capitare in partita, il fatto di sapere se una squadra difende a uomo o a zona sui piazzati, se c’è uno che va disturbare o a fare blocco ti consente di sapere dove devi guardare e chi devi guardare”.
Insomma, fare l’arbitro non è un gioco da ragazzi. Come forse si pensa, quando si critica tanto aspramente il loro operato. E, proprio come farebbe un grande campione, Rizzoli non si pone limiti: “L’Europeo? Sono vecchio e maturo per capire che è l’obiettivo finale, ma non mi precludo niente. Un altro Mondiale è quasi impossibile, ma mai dire mai”.