Non c’è Juve-Inter che si rispetti se non arrivano le parole di Gigi Simoni, allenatore dell’Inter nell’annata ’97-’98, quella del celeberrimo fallo di Iuliano su Ronaldo non sanzionato dall’arbitro Ceccarini. Dopo la diatriba proprio con il fischietto di quella partita nei giorni precedenti a Juve-Napoli, Simoni è stato intervistato da “Tuttosport”, ammettendo che domenica tiferà per i nerazzurri, ma in Champions, contro il Bayern, spera in una vittoria bianconera. Ecco le parole dell’ex tecnico nerazzurro.
Simoni, che partita sarà quella di domenica sera tra Juventus ed Inter?
“Juventus-Inter è sempre una partita importante e mi auguro anche sia bella. Questa gara interessa l’alta classifica e quindi è da affrontare per entrambe con molta attenzione. La Juventus vorrà vincere perché è in lotta con il Napoli, mentre l’Inter non deve perdere per non staccarsi troppo dai vertici”.
Chi vincerà, ci fa un pronostico?
“Solitamente i pronostici vengono fatti con l’animo da tifoso. Io spero che vinca l’Inter anche se la Juventus è favorita ed è più forte. Può succedere di tutto in una partita del genere”.
Cos’è successo all’Inter nel mese di gennaio?
“Io credo che sia venuta fuori una bugia o una verità. Inizialmente l’Inter vinceva e dopo ha avuto una grande flessione che ne ha minato la classifica e le ambizioni, ma non so dire cosa quale sia stata la discriminante che ha fatto perdere terreno ai nerazzurri. La condizione è importante e l’Inter ha perso un po’ di brillantezza rispetto all’inizio. Domenica, però, sarà la partita giusta per rilanciarsi e non perdere ulteriore terreno”.
Cosa manca alla squadra di Mancini per competere?
“Le grandi squadre, generalmente, vincono con i campioni. Ci sono squadre che hanno 12 campioni, altre 8, altre 6. Conta la qualità dei calciatori che hai a disposizione. La Juventus ha 12 campioni, il Napoli ha qualche campione in meno e sta facendo un ottimo campionato, l’Inter ne ha pochi di fuoriclasse ed ha tanti buoni giocatori per carità, ma così dura restare ai vertici. Chi ha i campioni vince lo Scudetto”.
L’Inter arriverà in Champions League?
“Si, spero di sì. La squadra comunque è forte. Non può competere con le prime due della classe ma se la può giocare con Roma e Fiorentina”.
La Juventus si qualificherà contro il Bayern? Lei per chi farà il tifo?
“Certo che tiferò per i bianconeri, ci ho anche giocato nella Juventus e la ricordo con affetto. Non sarà facile perché il Bayern in casa è forte, poi non è mai detta l’ultima parola, un po’ come dicevo del pronostico su Juventus-Inter. La Juventus è una grande squadra e può ottenere tutti i risultati possibili. Ci vuole, però, una prestazione super”.
Il suo nome è spesso legato a quel famoso Juventus-Inter del 26 aprile del 1998, per lei è un nervo ancora scoperto?
“Guardi, per me è un nervo coperto, solo che quando la gente mi parla me lo scopre dicendomi che potevo diventare campione d’Italia quell’anno lì e mi viene da pensare a quell’avvenimento. A dire il vero io ho superato il momento di tristezza, la mia carriera è stata lunga e soddisfacente. L’unica cosa che mi rammarica è che l’arbitro di quella partita, (Ceccarini; ndr), non è mai riuscito ad ammettere l’errore. Tutti lo dicono: interisti, juventini, milanisti, napoletani, ma lui no! Recentemente gli ho buttato giù il telefono perché a me non sta bene questa cosa. Se lo hanno detto tutti, o quasi, che il contatto Iuliano-Ronaldo era rigore allora perché lui non deve ammettere di aver sbagliato? Potevo lasciare perdere ma se continua a dire così allora mi viene da dire che non sia stato solo un errore…”.
Cosa ne pensa dell’operato di Thohir?
“Thohir non lo conosco e non so le idee che ha. Leggo i giornali e un giorno viene detta una cosa e un altro giorno ne viene detta un’altra. Speriamo che l’Inter vinca così si metterà tutto a posto (ride; ndr)”.
La Juventus deve vendere Pogba? “Io lo terrei perché è un campione. La Juventus non credo abbia bisogno dei soldi di Pogba, che è un giocatore fondamentale e di una classe infinita. Poi se qualcuno si presenterà con una grande offerta e la società deciderà di sacrificarlo per ottenere una grande plusvalenza, allora è un’altra storia”.
Luigi Fontana (@luigifontana24)